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Drovetti allora contatta la Francia, ma anche in questo caso gli viene opposto un rifiuto,

non tanto per motivi economici, quanto piuttosto per motivi religiosi e politici. Si temeva in-

fatti che l'acquisizione di reperti egizi potesse in qualche modo infirmare le teorie risultanti

dalla Bibbia ed accettate come materia di fede. Inoltre il Drovetti, bonapartista convinto,

non poteva certo godere di considerazione da parte dei reali di Francia.

Intanto in Piemonte il re Vittorio Emanuele I aveva mostrato interesse alla collezione, per

cui le trattative vengono riprese e portate infine felicemente a conclusione. Fu così che nel

1824 la 'Drovettiana' (così venne denominata la raccolta) pervenne nel capoluogo piemon-

tese. Essa era composta da circa 3000 pezzi, fra i quali si annoveravano numerose grandi

statue in pietra (rimarchevoli per dimensioni il colosso di Sethi II e per pregio artistico la sta-

tua di Ramesse II), sarcofagi in pietra e in legno, papiri (prezioso per valore storico il 'Papiro

regio', purtroppo ridotto a frammenti) e numerose stele funerarie. Il prezzo della collezione

fu stabilito in 400.000 lire, somma enorme all'epoca, che corrispondeva a circa la metà

della dotazione annua per la pubblica istruzione e belle arti

1

. Tuttavia tale esborso non fu

cosa vana in quanto in tal modo fu costituito il primo Museo Egizio al mondo ed aprì la

strada allo studio della meravigliosa civiltà dell'Antico Egitto.

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a n g o l o d i f i l o l o g i a

Fig. 2 - La prima sistemazione della 'Drovettiana' nel palazzo dell'Accademia delle Scienze.

(Disegno di M.Nicolosimo).