Fig. 3 -
Lo scarabeo alato sul petto del sarcofago di Gemenefharbak.
Fig. 4 -
La perfetta esecuzione dei geroglifici.
Note alla Prima Parte
1 - Il Ranke (RPN, Band I, 351, 26) traduce il nome di Gemenefharbak come 'Egli ha trovato Horus, il
falco'. Questa versione non convince, in quanto la parola
bA.k
(qui parte del nome di
Gemenefharbak) significa 'il tuo
ba
'; 'falco' è
, abbr.
bik.
(Wb, I, 444, 14 e segg.)
2 - Cfr. AAVV, 'Civiltà degli Egizi - Le credenze religiose', Torino 1998, pag. 255, n. 262.
3 - Nel disegno si notano chiaramente alcuni oggetti custoditi nello statuario. In basso a sinistra, il
capitello tolemaico, poi, sulla parete, alcune stele, fra le quali si riconoscono quella di Meru (la più alta)
e quella di Hornakht (a forma di falsa porta); procedendo si incontrano il sarcofago di Gemenefharbak,
la statua di Thutmosi III, il nano Bes, la triade ramesside; in fondo spicca la statua di Ramesse II (ormai
restaurata), dietro ad essa, in alto, la testa colossale di un pilastro osiriaco. Al centro, di profilo, si trova
la statua di Amenofi II; a destra in basso si osservano una sfinge di Ramesse III (in passato
erroneamente attribuita ad Amenofi III) e il blocco architettonico di Akhenaton proveniente da Tebe.