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l’Egitto, considerato da molti studiosi come il faraone
fondatore dell’Egitto.
“Esistono raffigurazioni di sovrani locali a partire dalla
primametà del IVmillennio a.C., ma quella di Hamdu-
lab sembra essere la prima rappresentazione databile
di un re con una delle corone simbolo dei regnanti
dell’intero Egitto, impegnato in un rituale regale”, ha
detto John darnell, professore di Egittologia all’Uni-
versità di Yale.
Scoperte nel 1890 dall’archeologo Archibald Sayce, le
incisioni passarono inosservate per oltre un secolo.
Nel 1960 l’archeologo egiziano Labib Habachi foto-
grafò i disegni di Sayce con le immagini di queste
rocce, ma non li pubblicòmai. Quando una delle imma-
gini di Habachi riemerse nel 2008, la Gatto indagò il
sito, scoprendo un’intera galleria d’arte rupestre. “La
copia fatta amano ed imperfetta di Sayce non riguar-
dava una singola scena di arte rupestre, ma era piut-
tosto uno stralciodi una serie di scene poste a breve
distanza l’una dall’altra”, hanno scritto nel numero di
dicembre di Antiquity la Gatto, Darnell e l’archeologo
belga Stan Hendrickx.
I ricercatori hanno studiato un totale di sette incisioni,
con scene di caccia, di guerra ed una festa navale.
Nella scena più grande, larga più di tre metri, vi sono
cinque barche, una delle quali porta un anonimo so-
vrano in possesso di lungo scettro e con la Corona
Bianca, copricapo di forma conica che simboleggiava
il dominio sull’EgittoMeridionale. Il re è seguito dal un
flabelliere e preceduto da un cane e due alfieri. Sotto
il re appare uno stendardo con un falco, mentre tre
delle barche hanno stendardi con corna di toro. “Sia il
falco che il toro sono simboli regali, e sottolineano che
si tratta di imbarcazioni reali”, hanno scritto i ricerca-
tori. Nella parte inferiore della scena un’altra barca di-
spone di una cabina decorata a volta, che, secondo i
ricercatori, rappresenta un santuario. L’imbarcazione
diventa quindi una “barca divina” e l’immagine si pone
in un contesto religioso. Inoltre, un segno geroglifico a
forma di quattro etichetta l’immagine come un “se-
guito navale”: secondo la Gatto, questo è probabil-
mente da correlarsi ad un evento regale e rituale
conosciuto come “seguito di Horo” – viaggio che il fa-
raone e la sua corte compivano ogni due anni per rac-
cogliere le imposte, ribadendo l’autorità regale su
tutto il paese. “Queste incisioni – hanno concluso i ri-
cercatori – possono quindi essere la prima testimo-
nianza a noi pervenuta, della riscossione delle imposte
in Egitto e del controllo economico da parte del so-
vrano sull’Egitto e probabilmente anche sulla Nubia”.
Fonte:
http://news.discovery.com12/01/2013
6)
RISOLTO UN “GIALLO” DELL’ANTICO EGITTO:
RAMESSE III FU ASSASSINATO DALLA CONCU-
BINA
Un’équipe di scienziati studiando con tecniche mo-
derne alcune mummie ha scoperto che il faraone fu
ucciso da Tij, una delle mogli, per mettere sul trono
il figlio Pentawer, che poi venne costretto al suicidio.
Il papiro, che descrive uno dei crimini più atroci ac-
caduti nell’Antico Egitto, è conservato nel Museo
Egizio di Torino: a metà del XII secolo a.C. nel gine-
ceo del Faraone, la concubina Tij pianificava l’ucci-
sione del suo coniuge, il sovrano divino Ramses III.
L’obiettivo era mettere sul trono suo figlio Penta-
wer. Qualcosa andò però storto: la congiura fu sco-
perta e tutte le persone coinvolte vennero condotte
in tribunale e punite. Oggi uno studio rivela se la
morte di Ramses III sia da ricondurre alla congiura.
Il team di ricerca, guidato dall’egittologo Zahi Ha-
wass, da Carsten Pusch, esperto di genetica del-
l’Università di Tubinga e da Albert Zink,
paleopatologo dell’Accademia Europea di Bolzano
(EURAC), ha sottoposto la mummia del faraone a
TAC, ad analisi genetico-molecolari e a indagini ra-
diologiche. Le immagini della tomografia compute-
rizzata, esaminate a Bolzano e al Cairo, hanno
rivelato che al faraone fu tagliata la gola quando
era ancora in vita. «Solo grazie alla TAC si è potuta
vedere la ferita alla gola, nascosta da una benda sul
collo», riferisce Zahi Hawass, che, al momento degli
studi, era Segretario generale del Consiglio su-
premo delle antichità egizie e ha quindi ottenuto
l’accesso alla mummia in numerose occasioni. «Era-
vamo già a conoscenza del fatto che Ramses morì
nel 1156 a.C., all’età di circa 65 anni. Rimanevano da
indentificare le cause della morte» continua Ha-
wass. Analizzando le immagini della TAC, i ricerca-
tori hanno inoltre scoperto un amuleto inserito
nella ferita. Si tratta del cosiddetto occhio di Horus,
un simbolo molto diffuso nell’Antico Egitto, usato
per la protezione dagli incidenti e la rigenerazione
del corpo. «Il taglio alla gola e l’amuleto provano
chiaramente che il faraone è stato assassinato -
spiega Albert Zink -. L’amuleto fu collocato nella fe-
rita dopo la morte per favorire una guarigione to-
l e n e w s