

Enūma eliš - Traduzione - Tavoletta I
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Alberto ELLI
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di giorno non mi riposo, di notte non dormo!
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Voglio distruggere e annientare la loro condotta,
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(così che) ci sia il silenzio e che possiamo dormire, noi!».
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Tiamat, quando udì ciò,
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si adirò e gridò contro il suo amante;
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gridò dolorosamente - lei sola era adirata -
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(poiché) egli aveva gettato il male nel suo cuore.
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«Per quale motivo noi (stessi) dovremmo distruggere ciò che abbiamo creato?
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La loro condotta veramente causa dispiacere, ma sopportiamo pazientemente!»
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Rispose Mummu e consigliò Apsû;
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(di ) un messaggero non benevolo fu il consiglio del suo Mummu:
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«Metti fine, dunque, o padre mio, a (questa) condotta disordinata,
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(così che) di giorno tu possa riposare e di notte dormire!».
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Apsû si rallegrò con lui e il suo viso divenne radiante
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poiché aveva complottato del male contro gli dei, suoi figli.
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Abbracciò il collo di Mummu;
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(costui) si sedette sulle sue ginocchia (mentre Apsû) lo baciava.
Gli dei sono terrorizzati dalle intenzioni di Apsû, ma Ea, figlio di Anu, uccide Apsû, quindi si stabilisce
nelle cque dell’abisso insieme con Damkina e genera Marduk
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Tutto ciò che avevano complottato insieme,
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agli dei, loro figli, riferirono.
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Udirono gli dei e si misero a vagare disperati;
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restarono intontiti (e) sedettero in silenzio.
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(Ma) quello dall’intelligenza suprema, il saggio, il capace
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Ea, saggio in tutte le cose, esamina i loro piani;
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ideò contro di lui un piano completo; lo mise a punto,
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lo eseguì perfettamente – era formidabile il suo puro incantesimo -;
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lo recitò contro di lui e (lo) tranquillizzò nelle acque.
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Il sonno lo sopraffece: dormiva in pace.
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Egli fece addormentare Apsû, sopraffatto dal sonno.
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Mummu, il consigliere, era stordito dal non dormire (?).
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(Ea) sciolse le sue cinture, tolse la sua tiara,
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portò via la sua aura (divina) ed egli stesso se (ne) rivestì.
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Catturò Apsû e lo uccise;
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(poi) rinchiuse Mummu e lo serrò.
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Egli stabilì fermamente su Apsû la sua dimora;
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(poi) avendo afferrato Mummu lo tenne per la ‘corda da naso’.
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Dopo che Ea ebbe catturato e trucidato i suoi nemici,
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e stabilito il suo trionfo sui suoi avversari,
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all’interno della sua camera si riposò per rilassarsi.
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La chiamò ‘Apsû’ e (vi) assegnò santuari.
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In quello stesso luogo la sua cella egli stabilì ed
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Ea e Damkina, sua moglie, in maestà (vi) risiedettero.
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Nel santuario dei destini, la cella dei divini disegni,