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contesto sociale di prestigio della

fase classica del periodo meroitico

(I-IV secolo d.C.). L’appartenenza a

personaggi meroitici di alto rango,

evidentemente di natura nobiliare

o sacerdotale, appare conforta-

ta dal corrispondente patrimonio

ceramico, che affianca le usua-

li forme di carattere utilitaristico

ad una più raffinata produzione

da mensa talora impreziosita da

decorazioni, nonché a manufatti

di spiccata caratterizzazione sa-

crale quali supporti per incensie-

ri

8

. L’inquadramento cronologico

così evinto, ulteriormente ristretto

su base ceramica ad una fase po-

steriore alla metà del I secolo d.C.,

ha trovato conferma nell’analisi al

radiocarbonio di carbone di legna

utilizzata nel palazzo per la cottura

del cibo, datato in età calibrata fra

80 e 220 d.C.

9

Alle conoscenze attuali, l’originaria

planimetria palatina appare esser-

si sviluppata in modo asimmetri-

co, tuttavia la maggiore estensio-

ne dell’edificio rispetto a quanto

ora noto, indicata da preliminari

saggi di verifica, porta a differirne

una valutazione complessiva. Al

contempo, non trova ancora con-

ferme certe il possibile impiego

di coperture a volta, ipotizzabile

dalle pareti di notevole spessore

in grado di sopportare spinte di

rilievo, in continuità con una so-

luzione attestata nell’architettura

domestica coeva, che faceva occa-

sionale ricorso a pseudo-botti in

mattoni crudi

10

.

Funzionalità certa può essere at-

tribuita, nell’area nord-orientale

del complesso, agli ambienti K 801

ed 802, in cui si sono riconosciu-

te le cucine del palazzo in ragione

dell’osservazione di diffusi resi-

dui di cenere ed ossa combuste

11

,

nonché del rinvenimento di otto

gruppi ceramici ancora in situ de-

stinati alla preparazione degli ali-

menti. Colmi di abbondanti quan-

8 Circa il patrimonio ceramico rinvenuto ad Abu Erteila v. Baldi 2010; 2013; 2014.

9 Le datazioni al radiocarbonio portano la firma del prof. Gilberto Calderoni, Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Roma “Sapienza”.

10 Strutture ben conservate sono venute alla luce ad Ash-Shaukan (Jacquet 1971: fig. 29) ed a Karanog (Woolley 1911: 11-13).

11 Lo studio archeozoologico delle ossa animali rinvenute ad Abu Erteila è stato condotto da Ivana Fiore (Laboratorio di Paleontologia del Quaternario e Archeozoologia, Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”,

Roma): v. Fantusati 2013: 231-32.

Fig 3 / Abu Erteila, Kom II / a cura di Maria Rita Varriale e Marco Baldi