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do lungo l’asse della piramide per circa 25 m e dando accesso ad una
gradinata che scende di circa 9,50 m. In seguito un altro corridoio lun-
go circa 15 m porta ad una sala, forse identificabile come camera se-
polcrale, di 3,63x3 m, orientata da nord a sud, con pareti nude e senza
resti d’alcun genere. Secondo Barsanti, oltre la scalinata il corridoio
continua per quasi tutta la lunghezza di quello sottostante, ma nelle
piante di Reisner non compare nulla del genere. Nel complesso la lavo-
razione delle gallerie nei sotterranei, scavati nella viva roccia, sembra
abbastanza avanzata, tanto che alcuni hanno ipotizzato l’abbandono
dei lavori, giunti ormai alle loro fasi finali, a causa della prematura mor-
te del faraone, elemento che richiama alla mente il complesso di
Sekhemkhet. Il complesso non presenta tracce di recinzione, né di edi-
fici situati nella zona sud (tomba sud) o nord (tempio funerario). Pur-
troppo ciò potrebbe essere causato semplicemente dalla mancanza di
scavi accurati nelle vicinanze della sovrastruttura, infatti alcune osser-
vazioni in loco hanno fatto ipotizzare la presenza, almeno in progetto,
di altri edifici. Infatti la rotazione di 90° verso est della prima porta del
corridoio discendente forse fu determinata da un preciso motivo, ov-
vero la volontà di lasciare via libera a nord per costruire il tempio fune-
rario. In tal modo si sarebbe evitato che il transito degli operai che lavo-
ravano ai sotterranei intralciasse la costruzione dell’edificio di culto. Se
tale ipotesi fosse fondata il pozzo avrebbe l’imboccatura nell’area del
supposto tempio e potrebbe aver avuto lo scopo di favorire la ventila-
zione dei sotterranei, e non l’evacuazione dei detriti di scavo. Per quan-
to riguarda la datazione di questo monumento, l’ipotizzata pianta qua-
drata della sovrastruttura dovrebbe collocarlo dopo il complesso di
Netery-khet e del faraone che probabilmente fu suo immediato suc-
cessore: Sekhemkhet. Inoltre è interessante notare una certa somi-
glianza dei sotterranei di questo monumento con quelli di alcune tom-
be a scale della III dinastia situate a Bet Khallaf. Infatti in entrambi i casi
si ha un corridoio inclinato d’entrata, poi un brusco angolo retto verso
sud ed una seguente discesa, attraverso anche scalini, fino alla camera
tagliata nella roccia. Infine c’è da segnalare la presenza di ben cinque
necropoli di mastabe attorno a tale monumento risalenti alle prime tre
dinastie, alla XVIII e all’epoca romana. Il gruppo di mastabe più consi-
stente appartiene alla tarda III dinastia, a cui potrebbe anche per que-
sto motivo appartenere il monumento in questione. Nella mastaba
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sono state inoltre rinvenute circa otto ciotole in diorite e dolomi-
te, su cui è iscritto il serekh dell’Horus Khaba, ritenuto da molti perciò il
possessore di questa piramide incompleta. Ma, a causa dei nu-
merosi dubbi che la struttura di questo monumento ancora com-
porta, sarebbero necessari ulteriori scavi che possano usufruire
anche delle tecnologie archeologiche più moderne.
21 M. Lehner - op.cit., pp.511-522
Ilaria
Incordino
Nel luglio del 2003 ha conseguito la Lau-
rea in Lingue e Civiltà Orientali presso
l’Università degli Studi di Napoli L’Orien-
tale il 1-07-2003 con votazione finale 110
e lode/110. Tesi presentata in Egittologia
dal titolo: “I monumenti regali della III di-
nastia”. Il 3 Aprile 2008 consegue il Dot-
torato di Ricerca in ‘Vicino Orien-
te Antico’ - V Ciclo Nuova Serie...
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