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L'ULTIMO GEROGLIFICO
Dal punto di vista storico-politico l’Egitto termina di essere un regno autonomo nell’anno 30 a.C., dopo le note
vicende che hanno visto come protagonisti principali Ottaviano da una parte, Marco Antonio e Cleopatra
dall’altra, culminate nella Battaglia di Azio svoltasi l’anno precedente.
Tuttavia l’influenza culturale egizia, grazie al suo millenario e prestigioso passato, sopravvivrà ancora per qual-
che secolo, fino a quando sotto il regno di Giustiniano, fu chiuso anche l’ultimo baluardo dell’antica religione, il
tempio di Iside a File.
Ed è proprio da questo tempio che ci proviene l’iscrizione geroglifica più vicina a noi e quando ho scritto l’ap-
profondimento storico del libro “La Stele di Rosetta e il Decreto di Menfi” (edizioni Ananke, con Alberto Elli e
Paolo Belloni) mi sono immaginato proprio quel momento, quando…
…Esmet-Akhom sarà stato abbacinato dall’intensa luce del sole. Il calore emanato da quel dio, in quel 24 agosto del
394 d.C., l’avrà fatto sudare copiosamente mentre si apprestava a esercitare le sue funzioni di scriba sul muro nord
della porta di Adriano, sull’isola di File. Suo padre è un sacerdote di Isi, custode di una tradizione millenaria che
anche qui, in questa tenace roccaforte dell’ortodossia egizia, nell’estremo sud di un Egitto che ormai non esiste più,
comincia a nascondersi tra i disegni armoniosamente misteriosi di una scrittura morente. Esmet-Akhom lavora
alacremente, ha le mani sudate, gli occhi socchiusi per proteggerli dalla luce del sole e non sa che la sua opera, per
molti secoli a venire, resterà incompresa. Da più di un secolo la prestigiosa e ricca Biblioteca di Alessandria ha per-
duto il suo prezioso contenuto di parole vive e con quell’ultimo colpo di scalpello muore l’Egitto, termina la sua
storia. Si ammutoliscono le parole sacre dei testi religiosi, delle gesta eroiche, delle richieste di supplica, come se a
un tratto la luce perdesse la sua capacità di farci distinguere i colori, relegando tutto il Creato in un grigiore incom-
prensibile.
Successivamente
Alberto Elli
ha recuperato quell’iscrizione e qui di seguito proponiamo il suo lavoro di tradu-
zione.
Paolo
Bondielli
EGITTO
IN PILLOLE