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ordine della magistratura e data all’amministrazione

della Tomba”

10

. A livello individuale pochissimi sono i

dati in nostro possesso; l’unico altro nome pervenutoci

è quello di una certa Baray

11

: al di là di questo però

null’altro si sa di questa lavoratrice. Inoltre le evidenze

della loro esistenza nella squadra scompaiono nell’ulti-

ma parte della ventesima dinastia: infatti né nel “Gior-

nale della Necropoli” del diciassettesimo anno di regno

di Ramesse IX né in quello dell’ottavo di Ramesse XI si

trova menzione di questa figura. Non è possibile aver-

ne l’assoluta certezza, ma è quasi certo che in questo

periodo non si ricorse all’utilizzo delle serve. Al termine

della dinastia, in una lettera indirizzata al personale

della Tomba

12

scritta dal generale Piankh

13

, vengono di

nuovomenzionate le servitrici. Infatti nella lettera, tra le

altre questioni, si parla di

, tA 5 bAki(w) ,

“queste

cinque servitrici” al servizio della squadra; sebbene la

grafia sia completamente diversa, nel periodo ramessi-

de

è praticamente sinonimo

14

di : è quindi molto

probabile che la funzione di queste cinque “servitrici”

sia la stessa delle serve delle epoche precedenti, anche

perché nel testo il generale sottolinea come costoro

appartenessero all’intera comunità. Il periodo che le

serve lavoravano presso le famiglie del villaggio era

chiamato

,

hrw n bAki

,

giorno del servitore

,

come leggiamo da documenti

15

relativi, in genere, a pa-

gamenti

16

o lasciti

17

. Interessante notare che questi

“giorni dei servitori” potessero essere ceduti a terzi in

cambio di oggetti o servizi, come nel caso di una donna

purtroppo anonima, proprietaria di ben dieci giorni al

mese, che decise di vendere il proprio diritto al lavora-

tore Any

18

: “Anno tre, terzo mese della stagione estiva,

giorno 21, la signora…… dà il giorno del servo al lavora-

tore Any……”.

Nel testo si legge che la donna cedette

dieci giorni al mese per quattro anni, per un totale

quindi di ben 480 giorni in cambio di un cospicuo nu-

mero di oggetti, valutati in argento. Tutto considerato

però il pagamento non sembra equo: è probabile quin-

di che si tratti solo di un anticipo, ma l’ostrakon non ci

è pervenuto integro e non possiamo saperne di più.

Purtroppo la scarsezza e l’ambiguità dei documenti

non ci permette di approfondire ulteriormente chi sia-

no le servitrici. Un caso emblematico, e di quasi impos-

sibile soluzione, lo troviamo nell’Ostrakon Cairo 264,

quando si legge che un custode della porta abbia rifiu-

tato sei servitrici insieme a sei altri ragazzi: a meno che

non ci siano altri ritrovamenti, mai sapremo chi fossero

tutte queste persone ed il motivo del rifiuto da parte

del guardiano. Accanto alle serve erano presenti in

10

r pA xr

11 O. DM 60,8.

12 Late Ramessed Letters, Cerny 50, 13.

13 Attivo alla fine del regno di Ramesse XI.

14 Bakir, Slavery.

15 O. IFAO 1106,5, O. Torino 6361,3.

16 O. IFAO 1106,5, O. Torino 6361,3.

17 O. Gardiner 90.

18 O. Gardiner 123.

Deir el Medina / ph M. Fisichella