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datto durante il regno di Merenptah. Qui, sono citati di nuovo gli Shardana e lo scriba sottolinea il fatto che

lo stesso faraone li aveva prima assoggettati con la forza, evidente riferimento alle stele di Tanis e Assuan.

Compaiono anche i Lukka, di nuovo nemici, tra gli alleati degli Ittiti.

Merenptah

(1212-1202) fu il protagonista

del primo conflitto vero e proprio con i Popoli del Mare. Dopo tante avvisaglie esterne e la dubbia campagna

di Ramesse II, l’Egitto fu interessato direttamente dagli spostamenti di queste genti che si allearono con le

popolazioni del deserto occidentale. La pressione sul confine Nord-Ovest si concretizzò nel quinto anno di

regno, quando i Libici cercarono di entrare nella Valle del Nilo con l’aiuto di Shardana, Lukka e, citati per la

prima volta nella storia, Aqawasha, Tursha e Shekelesh.

Questo avvenimento è documentato da diversi testi ufficiali ricchi di particolari, anche se spesso contra-

stanti. Le tribù libiche capeggiate da

Mariyu

avanzarono indisturbate per un mese fino ad invadere l’oasi di

Farafra e a minacciare la città di Eliopoli. Così, spinto nel sonno da Ptah, il faraone si decise ad intervenire

e sbaragliò i nemici in sole sei ore a

Perira

(Delta nord-occidentale). Conosciamo i fatti grazie alla

“Colonna

del Cairo”

e, soprattutto, alla

”Grande Iscrizione di Karnak”

e alla

Stele di Athribis”

. In particolare, colpisce la

presenza cospicua dei confederati settentrionali, circa un quarto del totale, tra gli oltre 9000 guerrieri uccisi

o fatti prigionieri dagli Egizi. Le due versioni forniscono dati abbastanza concordi e sembra che, lacune per-

mettendo, i Tursha fossero i più numerosi con oltre 700 morti (il numero spropositato di 2201 per gli Aqawa-

sha è probabilmente un errore di trascrizione). Nella descrizione del conteggio dei caduti, emerge un’inte-

ressante informazione sui Popoli del Mare che, come nella tradizione egiziana e semitica, sarebbero stati

circoncisi; per questo, si legge che ai

loro cadaveri furono tagliate le mani

al posto del pene come per i Libici.

La linea 52 della Grande Iscrizione,

invece, spiega finalmente il perché

gli studiosi ottocenteschi abbiano

accostato questi popoli, in realtà

definiti solo

“barbari settentriona-

li”

, al Mediterraneo. Infatti, si legge:

«Sherden, Shekelesh, Aqawasha dei

paesi del mare

(

n pA ym

)

»

Con la XX

dinastia, l’Egitto era all’alba del de-

clino che lo avrebbe portato alla

perdita prima dell’unità e poi dell’in-

dipendenza. L’ultimo faraone ad op-

porsi a questo destino fu

Ramesse

III

(1185-1153) che riuscì a resistere

ad attacchi provenienti da tutti i con-

fini: Nubiani a Sud, Libici ad Ovest,

Asiatici ad Est e i Popoli del Mare a

Nord. Tutti i resoconti di queste bat-

taglie si trovano lungo le pareti del

tempio funerario di

Medinet Habu

.

La narrazione è una perfetta commistione tra testo e le scene figurate che sono altrettanto fondamentali per

carpire informazioni su quegli avvenimenti. Il tempio è la perfetta riproduzione del cosmo suddiviso in quattro

quadranti dove sono riportate le sei campagne militari del faraone.

La presenza dei Popoli del Mare è piuttosto difficile da inquadrare perché cambiano schieramento da una

battaglia all’altra, passando da alleati a nemici e viceversa. Naturalmente, l’attendibilità dei testi è inficiata dai

messaggi propagandistici e Ramesse III potrebbe aver voluto dire che tutti i paesi stranieri, una volta sconfitti,

combattevano al fianco del faraone per rispetto o terrore, un po’ come gli Shardana con Ramesse II.

Ad esempio, durante le due

“Campagne Libiche”

(anni V e XI), tra i fanti egiziani inmarcia, compaiono due grup-

pi di mercenari: il primo composto da Shardana e Peleset armati di spade, lance e scudi tondi, il secondo dai

lancieri Shekelesh. I Peleset indossano uno strano copricapo piumato o di strisce di cuoio, mentre gli Sheke-

lesh hanno una fascia che raccoglie i capelli indietro. Scenario completamente diverso si presentò durante

l’8° anno di regno con la “Campagna Settentrionale” che vede i Popoli del Mare arrivare in massa ai confini