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zialmente, allo stato attuale degli studi, di due tipi:

“Dilum Arcaico” e “Dilum Classico”.

Nel “Dilum arcaico” i cumuli sono perlopiù bassi e

piatti e presentano un recinto e una camera sepol-

crale di forma diversa (ne sono state ritrovate qua-

drate, rettangolari e ovali) e copertura a tumulo.

La tipologia classificata come “Dilum classico”,

rappresentativa del periodo di massima espres-

sione della civiltà dilmunita e coincidente con i

primi secoli del II millennio, è caratterizzata dalla

presenza di una camera sepolcrale singola (ret-

tangolare) con copertura realizzata da lastre liti-

che, un recinto, la copertura a tumulo e la

presenza, non costante, di sepolture secondarie.

Il passaggio dal periodo “arcaico” al periodo “clas-

sico” non è netto e le trasformazioni possono es-

sere state apportate inmaniera discontinua; detto

questo, però, anche se per le datazioni di strutture

prive di ceramica datante, in modo generico le dif-

ferenze sono visibili e riconoscibili.

Più articolata risulta essere la sepoltura del “Dilum

Classico”.

Per orientarsi in maniera più semplice, si propone

un ulteriore schema sulle diversità che sono

emerse dallo studio delle sepolture del “Dilum

Classico”:

- tombe a tumulo con un unico ambiente funerario;

- tombea tumuloconcamera singoladivisada lastre

in posizione centrale e con sepolture sussidiarie;

- tombe a tumulo con camera funeraria centrale

accessibile da un pozzo

Dai resti di manufatti ritrovati non sembra che ci

sia una scansione temporale legata all’utilizzo di

una struttura piuttosto che di un’altra. Sembrano

tutte coeve e non frutto di una sorta di evoluzione.

Un' ulteriore suddivisione può essere compiuta in

base alla posizione in superficie o sottoterra della

camera funeraria.

Anche sull’isola di Bahairan i predatori di tombe

non sono mancati, ma, nonostante questo, di-

verse sepolture sono state ritrovate intatte e ciò

ha permesso uno studio approfondito del mate-

riale presente.

Il dato che emerge dallo studio delle strutture non

depredate è che il corredo funerario è alquanto

scarno: qualche vaso di ceramica comune, qualche

monile di perline, piccoli oggetti in rame, in qual-

che caso dei sigilli e ovviamente i resti del defunto.

Inutile sottolineare che già la realizzazione di una

struttura del genere (quantità di ore lavoro, mate-

riale litico, capacità realizzativa) era sinonimo di

status social alto per chi poteva farselo realizzare.

GENEROSO URCIOLI

BIBLIOGRAFIA:

2000 L. Peyronel. Le necropoli di Bahrain e il culto fune-

rario del paese di Dilmun. Dalle prime ipotesi interpreta-

tive alle moderne prospettive di ricerca.

1994. M.Rice, The Archaeology of the Arabian Gulf c.

5,000-323 BC, London - New York

1990 D.T. Potts, The Arabian Gulf in Antiquity, I. From

Prehistory to the Fall of the Achaemenid Empire,

1980 Al Wohaibi Fahed Studio storico-archeologico

della costa occidentale del Golfo arabico in età ellenistica

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d i l m u n

Generoso Urciuoli

,

laureato in Civiltà Bizantina presso l’Univer-

sità degli Studi di Torino ha approfondito il

suo percorso di formazione in ambito ar-

cheologico con un master in tecniche di

scavo archeologico.

In ambito formativo:

- corso di formazione in Archeologia subac-

quea presso l’Istituto Internazionale di Studi

Liguri – Bordighera (IM);

- corso di alto perfezionamento in “instru-

mentum domesticum” presso l’Istituto Pon-

tificio Archeologia Cristiana – Roma;

- corsi di formazione in Vicino Oriente An-

tico e Egittologia presso l’ Istituto Vicino

Oriente – Milano;

- ha sostenuto diversi esami universitari

extra curriculari presso l’Università degli

Studi di Genova sempre in ambito archeolo-

gico e storico dell’arte.

Ha lavorato come operatore archeologico o

responsabile scavo archeologico per varie

università ed enti di ricerca in ambito ita-

liano; ho svolto l’archeologo anche per varie

ditte certificate per l’esecuzione dello scavo

archeologico occupandosi di ricerca, con-

servazione di beni culturali e documenta-

zione di reperti e siti archeologici.

Si è anche occupato, inoltre, di attività di-

vulgativa e didattica.

Attualmente lavora presso uno dei più pre-

stigiosi musei d’arte orientale d’Italia.