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capanne divise in tre gruppi distinti.
La stazione di valico non fu fondata
in contemporanea con Pa demi ma
nella XIX dinastia e fu operativa sino
alla successiva, al termine dell’utiliz-
zo della valle per le sepolture reali.
Per lungo tempo, fino agli scavi del
Bruyère del 1935, queste rovine
affioranti dalla sabbia furono con-
siderate da alcuni di epoca preisto-
rica: questa tipologia di costruzioni
infatti è comune nei tempi più anti-
chi ed i pochi resti sino a quel mo-
mento rinvenuti pareva fossero da
datare al periodo neolitico anche
per la presenza, nella zona occiden-
tale, di una gran quantità di vasel-
lame bruciato che ha reso il suolo
di colore nerastro, situazione tipica
dei siti preistorici; da altri un campo
militare d’epoca romana; atri anco-
ra le ritennero un rifugio di una co-
munità cristiana a causa del ritrova-
mento di alcuni graffiti copti; infine
si ipotizzò anche a costruzioni moderne afferenti a missioni archeologiche. Si cominciò a ritenere il villaggio di
possibile epoca ramesside dopo la scoperta, all’interno di una capanna, di un’iscrizione geroglifica. Tuttavia la
conferma definitiva di tale datazione si ebbe solo con gli scavi del Bruyère, il quale trovò numerosi graffiti da-
tabili con sicurezza alla dinastia diciannovesima ed altrettanti reperti collocabili cronologicamente, per forma
e sistema di lavorazione, anch’essi in questo periodo. E’ comunque molto probabile che il villaggio venne co‑
struito su resti di un sito precedente, ormai non più leggibili sul terreno. La stazione, sulla falsariga di Pa demi,
era attraversata da una strada centrale
che la percorreva in direzione nord-sud.
Le abitazioni erano disposte appa-
rentemente senza una pianificazio-
ne; si passava da una all’altra, nei vari
settori, senza soluzione di continuità:
l’aspetto generale a prima vista era
quello di un labirinto. In ogni caso una
correlazione tra la distribuzione del-
le capanne dell’intermedio e quelle di
Pa demi doveva esserci: ad esempio
gli abitanti della parte destra e sinistra
erano i medesimi per entrambi i siti,
così come lo stesso era l’ordine di vi-
cinato. Sicuramente questo luogo era
dotato di un nome proprio: la sua posi-
zione elevata sulla necropoli e sulle colli-
ne tebane sembrerebbe corrispondere
ad una località citata da Spiegelberg
2
nel
corso dello studio di un diario di lavoro
dell’epoca di Ramesse II. E’ quindi pro-
babile che l’antico nome della stazione
di valico fosse Karbut:
2 Spiegelberg : “Geschafts Journal” (Recueil de travaux, 1895, pg. 147-155).
foto 2 / Piantina del gruppo di capanne nel settore Est / Da “Le village, les décharges, le station de repos du col de
la Vallée des Rois”. B. Bruyère in FIFAO 16, 1939.
foto 3 / Piantina del gruppo di capanne nel settore Ovest / Da “Le village, les décharges, le station de repos
du col de la Vallée des Rois”. B. Bruyère in FIFAO 16, 1939.