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LA TERZA FASE
La terza fase, ovvero il danneggiamento e lo smantellamento della Cappella Rossa, sembra
essere legata al troppo tempo impiegato per completare le precedenti modifiche e alla
damnatio memoriae
di
Hatshepsut, verificatasi comunque parecchio tempo dopo che la sovrana era deceduta
4
.
La datazione è confermata dal fatto che solo il nome di Thutmosi III è stato inciso sulle costruzioni contem-
poranee o posteriori all’anno 20, ad eccezione forse della tomba di Puyemra
5
. I progetti architettonici e politici
attuati dal faraone durante la coreggenza e tra l’anno 22 e 42 sono ricordati inmolti testi, tra i quali il
Testo della
Giovinezza
6
; probabilmente prima di partire per la spedizione in Asia, nel ventiduesimo anno di regno, Thut-
mosi III completò i progetti messi in opera da Senenmut, tra cui la Cappella Rossa. A prima vista queste linee
non contengono tutti i monumenti costruiti durante la coreggenza con la matrigna; la causa è forse legata
alle lacune e al pessimo stato di conservazione delle pareti che portano inciso questo testo. Burgos e Larché
affermano di essere convinti che esso vada datato a un periodo posteriore lo smantellamento del santuario
per la barca sacra e prima dell’inizio dei lavori per erigere l’
Akh Menu
, nell’anno 23. È possibile che i danni e i
martellamenti siano iniziati negli ultimi anni di regno di Thutmosi III per continuare sotto il figlio e successore
Amenhotep II
7
.
Come anche potrebbe essere valida l’ipotesi che la proscrizione prese avvio nell’anno 43, quando iniziarono
i lavori al Djser-akhet, tenendo conto dei danneggiamenti apportati ai colossi osiriaci, nel tempio funerario
della regina
8
. A conferma di tale teoria è il ritrovamento di blocchi della Cappella Rossa nella corte della
ca-
chette
davanti al tempio
di Amenhotep I, dove
il sovrano sembra aver
cominciato a interrare,
verso l’anno 23, i bloc-
chi decorati provenienti
dalle demolizioni intra-
prese da lui e dai suoi
predecessori. Numerose figure e cartigli di Hatshepsut sono rimasti intatti sui blocchi; di conseguenza lo
smantellamento non poté che avvenire anteriormente alla proscrizione. I danneggiamenti non colpirono che
il paramento visibile delle pietre impilate, mentre quelli nascosti nel mucchio non furono toccati. Ovviamente
sembra logico che la Cappella di Hatshepsut sia stata demolita in concomitanza alla costruzione del nuovo
santuario in granito. Dato di cui tenere conto è anche un’iscrizione sulla nuova cappella in granito eretta dal
sovrano, che enumera le offerte fatte da Thutmosi III tra l’anno 1 e l’anno 46
9
: se quest’ultimo è dunque la
data di inizio della decorazione del nuovo santuario per la Barca, non è comunque detto che la costruzione
sia stata immediatamente anteriore. Ulteriore indizio, una menzione di Festa Sed del re, si trova sul vestibolo
a pilastri fatto costruire da Thutmosi III davanti alla sua nuova costruzione; la proscrizione potrebbe essere
iniziata proprio in questa data, quando il nuovo progetto dovrebbe aver mosso i primi passi. In sintesi, Burgos
e Larché propendono per un utilizzo della Cappella Rossa tra gli anni 16 di Hatshepsut e gli anni 30 o 42 di
Thutmosi III, date possibili, ma non certe, dell’innalzamento del nuovo santuario in granito. Ulteriori ipotesi
sono tuttavia state formulate nel corso degli anni, sia sulla data di inizio della
damnatio memoriae
della regina,
sia sulla cronologia dei danneggiamenti sui blocchi appartenenti alla Cappella Rossa. In particolare Ch. F. Nims
10
e P. Dorman
11
hanno affrontato le due questioni. Il primo riteneva che i danneggiamenti fossero avvenuti in
maniera casuale prima che il figliastro di Hatshepsut decidesse di smantellare il repositorio per la barca sacra.
PersostenerequestatesiNimsapportal’esempiodelblocco105incuisololafiguradiHatshepsutvennecesellata
via (e non il suo cartiglio), giustificando lamancata eliminazione del suo nome a causa di una scala troppo bassa
per raggiungerlo. L’egittologo aggiunge chequesti danneggiamenti iniziaronoprobabilmentequando Thutmosi
III decise di intraprendere i lavori per il nuovo santuario, verso l’anno 46. Anch’egli è quindi del parere che il so-
vrano abbia lasciato passare alcuni anni prima di procedere con la
damnatio memoriae
dellamatrigna, comple-
tandoprimasia laCappellaRossache lesaled’offerta. Rendendosi poi contocheeseguire lemartellaturee liscia-
re le pareti sarebbe risultato troppo arduo e lungo (soprattutto se l’intenzione era sostituire successivamente
4 Cfr. note 75 e 76. A proposito della
damnatiomemoriae
di Hatshepsut cfr. NIMS 1966, pp. 97-100; MURNANE 1982, pp. 32-44; DORMAN 1988, pp. 46-65; BJÖRKMAN 1971, pp. 64-84 e 96; LABOURY 1998, pp. 483-512.
5 BURGOS, LARCHÉ 2008, p. 102.
6 Cfr. URK. IV, 155-175; BARGUET 1962, p. 128; BURGOS, LARCHÉ 2008, p. 82, n. 261.
7 Cfr. ROEHRIG 1990, pp. 336-337 e LABOURY 1998, pp. 494-511.
8 A proposito dell’occultamento e danneggiamento dei colossi osiriaci della regina cfr. LABOURY 1998, pp. 488-91.
9 BURGOS, LARCHÉ 2008, pp. 84-85.
10 NIMS 1966, pp. 97-100. In accordo con la teoria di NIMS è Lacau, pp. 27 e 258-259 in LACAU, CHEVRIER 1977.
11 DORMAN 1988, pp. 1-65.
È possibile che i danni e i martellamenti siano iniziati
negli ultimi anni di regno di Thutmosi III per continuare
sotto il figlio e successore Amenhotep II