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ed il sacello per il culto imperiale viene edifi-
cato nel campo che ospitava la legio III e Dio-
cletiana, nato in occasione della calata in
Egitto dell'imperatore.
Insediamenti cristiani appaiono connessi a
strutture templari faraoniche anche in Alto
Egitto: fondazioni attribuibili ad una chiesa di
modeste dimensioni (circa 17 metri di lun-
ghezza per 11 di larghezza) sono emerse a se-
guito di indagini archeologiche di fronte al
tempio tolemaico di Esna dedicato a Khnum, la
divinità egizia a testa di ariete. La struttura do-
veva essere a pianta basilicale con tre navate
separate da due file di cinque colonne.
Anche molti dei templi rupestri nubiani ven-
nero rimodellati come chiese: a Gebel Adda, lo-
calità sulla riva sud-est di Abu simbel, i
bassorilievi incisi nelle due camere del tempio
dedicato ad Amon-Ra ed a Thot e datato al
regno di Horemeb (XIX dinastia), vennero co-
perti con disegni murali raffiguranti Epimaco
e i Santi Cavalieri (visibili sulla parete destra)
mentre Cristo con un apostolo sono visibili
sulla parete sinistra.
Tracce di interventi compiuti dalle comunità
copte sono presenti anche all'interno del pic-
colo tempio edificato sotto Ramesse II a Wadi
el-Sebu'a il quale, indagato dalla missione ar-
cheologica tedesca, fu adattato a luogo di
culto cristiano mediante la costruzione nella
sala ipostila più interna di due arcate gemelle
separate da un muro assiale di partizione. Tale
progetto era funzionale alla spartizione dei fe-
deli, uomini e donne, che accedevano al san-
tuario. Un'abside con un bema fronteggiato da
un coro fu collocato fra i massicci pilastri ad
est mentre, allo stesso modo, si ottenne un an-
golo per il battistero ed un ambone venne ad-
dossato ad un pilastro. Tutte le pareti furono
intonacate e dipinte: sulla cupola dell'abside,
venne ripresa la tipologia iconografica cano-
nica tramite la raffigurazione di Cristo e dei
dodici apostoli mentre sulla parete ovest, al-
l'esterno della sacrestia, venne rappresentata
la scena della Natività. Santo Stefano e San
Pietro compaiono sugli stipiti della porta tra il
muro ed il santuario egizio: la data riportata
su uno dei dipinti, 795 d.C., indica che la chiesa
era ancora in uso alla fine dell'VIII secolo.
Spesso i dipinti cristiani appaiono semplice-
mente giustapposti alle rappresentazioni ed
iscrizioni geroglifiche del periodo ramesside
creando così situazioni di grande efficacia vi-
siva, come nel caso dell'immagine di San Pie-
tro. Rappresentato con la chiave, nimbo ed
accompagnato dall'iscrizione greca con il suo
nome, l'apostolo è inquadrato da una scena in
cui il faraone è rappresentato nell'atto di of-
frire fiori al dio Amon
(fig. 17)
.
Sempre a valle di Abu simbel sorge all'in-
terno della cittadella di Kasr Ibrim, una strut-
tura fortificata posta a sperone sulla sponda
orientale del fiume,una moschea sorta sulle
fondazioni di un'antica cattedrale del VII se-
colo. Rilievi archeologici hanno rinvenuto, fra
le rovine della cattedrale, dei blocchi di pietra
su cui erano incisi i cartigli del re Amenhotep
II e del sovrano nubiano Taharqa che governò
l'Egitto all'epoca della XXV dinastia, sigilli di
cui Jean François Champollion ci aveva la-
sciato i disegni in occasione del suo viaggio nel
1828.
Anche il sito di Faras, indagato dalla mis-
sione polacca, ha rivelato, oltre ad oggetti
della I dinastia, vestigia di una fortezza del
Medio Regno e rovine di un tempio del Nuovo
Regno, anche tracce di una cattedrale a cinque
navate edificata in mattoni alternati a pietre
incise risalenti al regno di Thutmosi III e di Ra-
messe II.
Un'analisi dei primi luoghi di culto cristiani
C U L T U R A
Fig. 17
- Wadi el-Sebu'a. Rappresentazione di San Pietro accompa-
gnata dall'iscrizione greca con il suo nome (François Champollion)