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c u l t u r a
Con la fine del paganesimo nella valle del
Nilo, le evidenze archeologiche di comunità
cristiane insediate nei luoghi degli antichi culti
si moltiplicano notevolmente.
Edifici ecclesiastici e monasteri sorgono
ovunque e gli antichi templi egiziani, spogliati
dai loro tesori, divengono presto cave di pietra
da cui attingere per l'edificazione di chiese op-
pure cappelle e basiliche dedicate alla nuova
fede.
L'affermazione di Erodoto riguardo alla grande
religiosità degli antichi egizi, datata al 450
a.C., potrebbe efficacemente adattarsi anche
ai loro discendenti cristiani che vissero sei se-
coli dopo. Ad ogni modo, confrontando l'istitu-
zione templare faraonica e l'edificio ecclesiastico,
emergono delle differenze fondamentali, sia nello
scopo sia nelle caratteristiche architettoniche.
L'edificazione di chiese non fu mai, eccetto
nel primo periodo, intrapresa per iniziativa di
autocratici governatori o di un clero partico-
larmente potente, come invece accadeva, nei
tempi antichi, nel caso di una fondazione tem-
plare. Fondamentalmente diverse erano inoltre
le forme di culto ed il ruolo che il tempio stesso
svolgeva all'interno della struttura sociale:
esso era infatti considerato la “dimora del dio”,
i sacri rituali erano officiati dal faraone o da
sommi sacerdoti che agivano in rappresen-
tanza del sovrano e non era concesso ai fedeli
l'accesso alle zone più sacre.
Completamente differente era invece la
concezione dell'edificio cristiano: la “democra-
tizzazione” era più accentuata, lo spazio eccle-
siastico si configurava essenzialmente come
un luogo di riunione per l'assemblea dei fedeli,
l'
agape
che riecheggiava i ritrovi conviviali
delle comunità cristiane primitive.
I primi cristiani, per la maggior parte, re-
spingono le costruzioni pagane: molte ven-
gono distrutte, soprattutto per iniziativa di
personaggi come Shenute, monaco vissuto nel
V secolo il cui monastero-fortezza in Medio
Egitto venne costruito utilizzando le pietre dei
templi vicini. Tuttavia, con le fine del pagane-
simo, simbolicamente sancita dal celeberrimo
editto di Giustiniano, tendono a moltiplicarsi
anche i casi di riutilizzo delle antiche strutture
cultuali faraoniche da parte di quelle comunità
cristiane che si stavano creando ovunque nella
Valle del Nilo. Uno dei più celebri esempi che
testimoniano tale processo è rappresentato
dal tempio di Iside a Philae.
La parte del tempio che più di ogni altra si
adattava alle esigenze cultuali cristiane era la
sala ipostila: le sue dimensioni, solitamente
piuttosto ampie, e la struttura colonnare la
rendevano infatti particolarmente idonea al-
l'uso nelle celebrazioni cristiane in quanto po-
teva facilmente essere adattata ad una
cristianesimo in egitto
TRAsformazione e
conversione dei templi
faraonici
di Laura Cigana
Fig. 1
- Philae. Particolare della sala ipostila.
Continua l'approfondimento su questo interessante aspetto dell'Egitto dopo i faraoni, con un nuovo
articolo questa volta parliamo dei luoghi sacri per eccellenza, i templi.