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a n g o l o d i f i l o l o g i a
Note
1. Seguendo il metodo di Bennet, secondo il quale il termine
imAxy
scomparirebbe dopo Se-
sostri III, questa stele dovrebbe datarsi alla prima metà della XII dinastia. Sennonché la lo-
cuzione
ddt pt omAt tA innt ¡apy
viene introdotta solo alla fine della XII dinastia e fornisce
quindi un elemento decisivo per la datazione di questa stele. Pertanto il vocabolo
imAxy
deve
considerarsi in questo caso come un semplice arcaismo. Simili episodi, apparentemente
contraddittori, sono tutt’altro che rari nei reperti che stiamo esaminando, anche perché gli
elementi di datazione tendono a volte a mischiarsi fra di loro. È questo un esempio che con-
ferma sempre più quanto affermato da Pflüger, secondo il quale questi sistemi di datazione
vanno presi con un pizzico di sale.
2.
X ir.n Y
(
X irt.n Y
per il femminile
)
: formula che esprime filiazione: ‘X che Y ha generato’
(lett.: ‘X che Y ha fatto); accanto a questa si trova un’altra comune espressione per espri-
mere il medesimo concetto, ed è
X ms.n Y
(
X mst.n Y
per il femminile) ‘X che Y ha procreato’.
Il problema di queste due espressioni , equivalenti nel significato, consiste nello stabilire se
esse si riferiscano al padre o alla madre del soggetto. Gardiner (GEG, §361, nota 12) sostiene
che
X ir.n Y
sia regolarmente di madre. Grandet e Mathieu (GMEG, 13.5) affermano invece che
X ir.n Y
si riferisca al padre e
X ms.n Y
alla madre. A nostro avviso, invece, non si può stabilire
se le espressioni
X ir.n Y
o
X ms.n Y
si possano attribuire al padre o alla madre, in quanto,
come vedremo nelle stele che prenderemo in considerazione, le due espressioni si riferi-
scono talvolta al padre e talvolta alla madre, senza preferenze di sorta.
Abbreviazioni
GEG: A.H.Gardiner, ‘Egyptian Grammar’, Oxford, 1957.
GMEG: P.Grandet, B.Mathieu, ‘Corso di Egiziano Geroglifico’, Torino, 2007.