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nella salita, assieme a un’opera di Dante Ferretti che
ricopre per intero una delle pareti laterali del vano
scale, dal titolo “Percorso Nilotico”. Quest’opera è
dedicata al maestro Alberto Burri (1915-1995) e si
rifà evidentemente a una delle sue serie artistiche
più famose, quella dei
“Sacchi”
, nella quale vengono
utilizzati dei scacchi di iuta incollati su tela.
Dal secondo piano parte la visita vera e propria alla
collezione, dall’Epoca Predinastica al Nuovo Regno.
E’ qui adesso che possiamo ammirare, tra gli al-
tri straordinari reperti, la tela dipinta di Gebelein
(3600-3350 a.C. circa), la statua della principessa
Redji risalente alla III dinastia (2592-2543 a.C. circa),
la statua del “Sovrintendente dei lavori del faraone”
Iteti risalente alla IV dinastia (2542-2435 a.C. circa) o
la stele falsa-porta di Uhemneferet proveniente dal-
la necropoli di Giza. Qui hanno trovato dimora con-
fortevole e adeguata i modellini di barca provenienti
dalla Tomba di Ini, il modellino della barca di Shemes,
la splendida statua di Djefhapi, tutti reperti databili
al Primo Periodo Intermedio (2080-1980 a.C. circa),
nonché la stele falsa-porta di Hornakht, risalente al
Medio Regno, inizi della XII dinastia (1939-1840 a.C.
circa). E molto altro ancora. Una menzione speciale
la meritano le pitture della tomba di Iti, “Capo delle
truppe del Re” e “Tesoriere del Re”, e di sua moglie
Neferu, risalente al Primo Periodo Intermedio.
La tecnica espositiva, con un’illuminazione partico-
lare, è davvero notevole e consente di apprezzare
totalmente la qualità di quelle pitture che risalgono
a circa 4.000 anni fa, fino ad oggi pressoché inacces-
sibili. Scendendo al piano di sotto attraverso un’am-
pia scala, i cui affreschi ricoperti da strati di intonaco
sono stati riportati alla luce e restaurati, si arriva al
primo piano che ospita i reperti afferenti a contesti
precisi: Deir el-Medina e i corredi funerari di Kha e
Merit, Valle delle Regine, per poi passare all’Epoca
Tolemaica, Romana e Tardo Antica.
Sceso l’ultimo gradino delle rinnovate scale, si è
portati dalla naturale spinta d’inerzia ad infilarci
nell’area dedicata al villaggio di Deir el-Medina. Qui
sono esposti e finalmente fruibili in modo adeguato,
i papiri che in quell’area furono ritrovati. Il celebre
ostrakon della Danzatrice ha trovato la sua visibili-
tà e la splendida cappella di Maya, adesso è stata
valorizzata nel modo giusto. Sul fondo di questa
parte espositiva una porta consente l’accesso a una
sala parallela, che ospita uno dei capolavori asso-
luti di questa collezione, ma direi dell’antico Egitto:
la tomba dell’architetto Kha e di sua moglie Merit,
con i suoi reperti che incantano anche i visitatori più
distaccati e collegano la vita quotidiana a quella ol-
tremondana, attraverso il lavoro di abili mani artigia-
Scala mobile / opera di Dante Ferretti / ph Paolo Bondielli
Epoca predinastica e Antico Regno / ph Paolo Bondielli
Medio e Nuovo Regno / ph Paolo Bondielli