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VISITA AL NUOVO MUSEO EGIZIO
In realtà ancor prima, esattamente in quel punto,
passavano le mura del
castrum
entro il quale sor-
geva la
Augusta Taurinorum
, visibili nell’ipogeo del
vecchio allestimento museale, dov’erano esposti
gli splendidi reperti provenienti dalle sepolture dei
nomarchi, tra i quali Dyefahapi, e le tele provenienti
da Gebelein. Non c’è dubbio che l’area dove sorge
il palazzo dell’Accademia delle Scienze, ancora oggi
avvolto da ponteggi e sovrastato da un’altissima gru
su cui è stato collocato un occhio udjat, abbia una
storia interessante e intrigante, alla quale abbia-
mo dedicato un articolo nel primo numero di EM-
Egittologia.netMagazine (oggi MediterraneoAntico
Magazine), scaricabile gratuitamente dal sito
egittologia.net.A noi però interessa ciò che sta den-
tro a questo prestigioso palazzo, perché è qui che
dal 1824 viene custodita la più grande collezione
egizia al di fuori dei confini della Repubblica Araba
d’Egitto. Una collezione che, ad esclusione degli in-
terventi effettuati per ospitare le importanti acqui-
sizioni provenienti dagli scavi Schiaparelli a partire
dal 1903 e della realizzazione scenografica operata
da Dante Ferretti nel 2012, è rimasta – almeno dal
punto allestitivo – sostanzialmente inalterata.
Almeno fino a che l’apparato pubblico, ovvero il
Museo Egizio, la Fondazione per le Antichità Egizie
e le varie Sovrintendenze torinesi, la Regione
Piemonte, la Provincia e il Comune di Torino, han-
no trovato uno splendido e funzionale punto di in-
tesa con il mondo dei privati, all’interno del quale
spiccano i nomi della Compagnia di San Paolo e la
Fondazione CRT.
I numeri di questa felice unione sono importanti, a
partire dai 50 milioni stanziati per arrivare alla su-
perficie espositiva praticamente raddoppiata, che
arriva a coprire 10.000 mq dislocati su quattro piani.
Da taverna medievale a collegio dei Gesuiti, da Museo
Egizio a…
nuovo
Museo Egizio