I furti nelle tombe
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Alberto ELLI
2.
L
E FONTI
Le vicende di cui qui si parla sono ricostruibili grazie al fortunato ritrovamento di una serie di papiri
datati alla fine della XX dinastia. Alcuni di essi sono stati utilizzati più volte, anche in periodi differenti.
Tutti, comunque, contengono testi relativi a furti avvenuti nelle tombe oppure in qualche altro luogo sacro,
come i grandi e piccoli templi della Necropoli tebana. Con diversi gradi di chiarezza e di dettagli, ma
comunque con una vividezza difficilmente raggiungibile in altre occasioni, essi non solo ci danno
informazioni di estremo valore sulle tombe, ma anche, soprattutto, ci trasmettono una storia ricca di risvolti
umani e ci permettono di gettare uno sguardo sulle pratiche giudiziarie dell’antico Egitto: le indagini, le
interrogazioni dei sospetti, la ricerca delle prove, l’emissione dei verdetti.
In linea generale, questi papiri riguardano due serie di processi, la prima nell’anno 16 e nell’anno 17 di
Ramesse IX (circa 1124-1123 a.C.) e la seconda a partire dall’anno 19 di Ramesse XI, in corrispondenza
dell’anno 1° dell’era
wHm mswt
“Ripetizione delle Nascite” (circa 1084 a.C.).
Nell’accurato e dettagliato studio che a questi papiri ha dedicato Thomas Eric Peet (1882-1934)
1
, studio
che rimane ancor oggi fondamentale, a più di 80 anni dal suo apparire, essi possono essere suddivisi in sette
gruppi:
G
RUPPO
I
:
Comprende due papiri:
1. Papiro BM 10221 Rt
, più noto come
Papiro Abbott
; datato all’anno XVI di Neferkara Setepenra Ramesse
IX, esso tratta di un’ispezione condotta presso alcune tombe, regali e non, per le quali si era detto che erano
state depredate. Conservato al British Museum fin dal 1857, era stato acquistato al Cairo dal Dr. Henry
Abbott (1812-1859) alcuni anni prima.
2. Papiro Leopold II - Amherst
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; datato anch’esso all’anno XVI di Ramesse IX, tratta di avvenimenti
connessi con l’ispezione citata nel
Papiro Abbott
. Il
Papiro Leopold II
fu scoperto, grazie a un felice
concorso di circostanze, da Jean Capart (1877-1947), padre dell’egittologia belga, il 5 febbraio 1935 in una
statuetta funeraria lignea, di fattura grossolana, a nome di un certo
Khay, sovrintendente dei lavori e
scriba reale nel tempio del re. La statuetta apparteneva agli oggetti comprati in Egitto nel corso dei suoi
viaggi nel 1854 e 1862-1863 dal Duca di Brabante, futuro re Leopoldo II del Belgio (1835-1909, re dal 1865
alla morte) e conservati ai Musées Royaux d’Art et d’Histoire du Cinquantenaire a Bruxelles. Esso
costituisce la parte superiore di un papiro la cui parte inferiore è invece il
Papiro Amherst
; il papiro era stato
probabilmente tagliato in due parti dal suo anonimo scopritore, che così pensava di venderle separatamente.
Dopo più di sessant’anni – il
Papiro Amherst
era stato pubblicato da Samuel Birch (1813-1885) e da
François Chabas (1817-1882) già nel 1873
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– il testo di un importantissimo documento degli archivi egiziani
della XX dinastia poteva essere ristabilito nella sua integrità. Il
Papiro Amherst
, acquistato in Egitto intorno
alla metà degli anni 1850 da William Amhurst Tyssen-Amherst, 1° Barone Amherst di Hackney (1835-1909)
- è conservato dal 1913 alla John Pierpont Morgan Library di New York.
1
T.E. P
EET
,
GTR
.
2
Il Peet parla solo del Papiro Amherst in quanto il Papiro Leopold II, parte integrante del precedente, ancora non era
stato scoperto.
3
S. B
IRCH
, F. C
HABAS
,
Le Papyrus Judiciaire Amhurst
, Mélanges Égyptologiques I, 1870, pp. 52-142; II, 1873, pp. 1-
26.