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MEMORIE SULL’EGITTO E SPECIALMENTE
SUI COSTUMI DELLE DONNE ORIENTALI E
GLI HAREM
Scritte durante il soggiorno
in quel Paese 1819-1828
RECENSIONE
Amalia Sola Nizzoli si recò appena tredicenne in Egitto al seguito dei ge-
nitori per raggiungere lo zio materno, medico personale di un alto fun-
zionario governativo e fu una delle pochissime donne italiane del XIX
secolo a soggiornare per un lungo periodo in un paese musulmano
(1819-1828), lasciandoci delle testimonianze scritte di straordinaria im-
portanza. Amalia si rese conto che il suo essere donna e l’aver imparato
velocemente la lingua araba la poneva in una condizione privilegiata ri-
spetto ai viaggiatori dell’Ottocento, che raccontavano di esperienze fan-
tasiose all’interno degli harem e gli hammam.
Grazie a lei abbiamo dei racconti nuovi sulle donne musulmane, che non
erano occupate solo a vestirsi con eleganza o a rimbeccarsi con le altre
donne dell’harem, ma ritratte anche nella posizione raccolta della pre-
ghiera, impegnate nelle attività di ricamo, madri attente con i loro figli e
padrone di casa ineccepibili intrattenendo l’ospite straniera con conver-
sazioni e rinfreschi. Le sue descrizioni ci informano sia della vita delle
donne dell’élite egiziana e turca – l’Egitto a quel tempo era una satrapia
dell’impero Ottomano – sia della quotidianità delle classi meno agiate,
con cui Amalia venne in contatto grazie al lavoro che svolgeva accanto al
marito, Giuseppe Nizzoli, archeologo al servizio dell’Imperatore d’Asbur-
go, che la coinvolse nelle sue attività.
A Nizzoli dobbiamo la nascita di tre collezioni egizie europee, perché du-
rante la sua attività in Egitto misero assieme cospicue collezioni che poi
vendettero agli Asburgo, e nacque così la collezione di Vienna; a Leopol-
do II, e nacque così la collezione fiorentina; a Pelagio Pelagi, un pittore
bolognese, e nacque così la collezione di Bologna.
Una donna che ha vissuto a lungo in un Egitto che cominciava a mostra-
re i suoi straordinari monumenti, in cui avvenivano le più importanti sco-
perte, in cui le pietre ritornavano pian piano a parlare.
Per questo motivo il lavoro curato da Sergio Pernigotti, professore eme-
rito di Egittologia presso l’Università di Bologna, è di grande e duplice
importanza. In primis perché il punto di vista di Amalia è davvero unico
ed è una finestra temporale su un Egitto e un mondo che non esistono
più. E poi perché l’importanza della donna nelle fasi che riguardano l’E-
gitto di quell’epoca, non è stata mai abbastanza celebrata.
Sergio
Pernigotti
Autrice: Amalia Nizzoli
Casa editrice: La Mandragora
Prezzo. 23€
“
Le presenti Memorie che non
sono senza battiti di cuore oso
presentarvi, o benevoli Lettori,
io non ebbi mai in pensiero
che un giorno dovessero
vedere le luce. Troppo giovinet-
ta ancora quando giunsi la
prima volta in Egitto, non
poteva cadermi in mente di
tener conto di quanto avrei
veduto nelle mie peregrinazio-
ni. Tuttavia continuando colà
la mia dimora, e sentendomi
ogni giorno più colpita da
tanta varietà d’oggetti in quel
classico suolo, mi venne il
pensiero di tener nota di ciò
che mi pareva singolare e
rimarchevole, richiamando
alla memoria le circostanze
più interessanti trascorse fino
dal primo istante in cui vidi
l’Egitto. Continuai in seguito a
raccogliere notizie che pare-
vanmi
degne d’attenzione per
lasciarle un giorno, qual
ricordo, a mia figlia.”
Dalla prefazione dell’autrice,
Amalia Nizzoli