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I restiappaiono in maniera abbastanza improvvisa, e coin-

cidono con i pro fondi cambia menti nell 'industria

metallurgica avvenuti contemporaneamente all'in-

vasione della r egione da parte del sovrano egizio

Sheshonq I (chiamato Shishak nella Bibbia), avve-

nuta nel 925 a.C. L'interrogativo degli archeologi è:

i due eventi sono collegati? Dopo la conquista egi-

ziana dei regni di Giuda e Israele, è possibile che la

produzione di rame sia stata riorganizzata anche

con l'impiego di dromedari, un sistema di trasporto

più efficiente degli asini e muli usati precedente-

mente. Ciò avrebbe avuto delle importanti ripercus-

sioni economiche e

sociali sul Levante,

consentendo a questa regione di affacciarsi su altre

zone al di là del deserto, con cui in precedenza non

era mai stata in contatto.

In base alle evidenze archeologiche, i dromedari fu-

rono probabilmente domesticati nella Penisola Ara-

bica all'inizio del primo millennio avanti Cristo. La

Penisola Arabica confina con la valle di Aravah, che

avrebbe costituito una zona di passaggio quasi ob-

bligata per gli animali verso il Levante, tanto che

Ben-Yosef e Sapir-Hen ritengono che i dromedari

domesticati sepolti nella valle siano stati fra i primi

a lasciare l'Arabia. Nella valle di Aravah sono state

rinvenute t racce di dromeda ri a nche più a ntichi,

forse perfino antecedenti al Neolitico (circa 9.700

a.C.) ma si tratta di animali selvatici: i loro resti non

mostrano tracce di domesticazione, come ad esem-

pio l'usura delle ossa causata dal trasporto di cari-

chi pesanti.

Fonte:

www.nationalgeographic.it

13/02/2014

9)

SCOPERTA NECROPOLI ROMANA SOTTO LA

GALLERIA DEGLI UFFIZI

Straordinaria scoperta nel sottosuolo di Firenze ,

sotto alla Galleria degli Uffizi. Nell’ambito dei lavori

nel complesso monumentale degli Uffizi, si l egge

sul sito del MI BACT, sono emerse numerose testi-

monianze relative a varie fasi della storia di questa

porzione della cit tà, dall’età tardo romana fino al-

l’impianto architettonico vasariano della seconda

metà del XVI secolo. Da quanto emerge dalle inda-

gini fino ad oggi condotte – si spiega – sono s tate

rinvenute soltanto tracce di frequentazioni spora-

diche pertinenti ad attività di scarico, come testi-

moniato dal rinvenimento di accumuli di materiali

edilizi e lapidei relativi alla fase di ampliamento ur-

bano della fine del I – inizi II secolo d.C. Questa fre-

quentazione, verosimilmente legata a lle fasi di

“secca” dell’Arnoe caratterizzata da scarichi di ma-

teriali di risulta, si interrompe nel momento in cui

l’area viene utilizzata come necropoli (inizi V– metà

VI secolo). La collocazione del cimitero sopra un ri-

lievo nei pressi del fiume, in una zona comunque

oggetto di inondazione nelle fasi di maggiore por-

tata, e la posizione, talvolta scomposta, degli inu-

mati deposti affiancati testa-piedi, sono chiari indizi

di inumazioni realizzate in fretta probabilmente in

concomitanza con l’insorgenza di un’epidemia. Altri

elementi che concorrono a rendere realistica l’ipo-

tesi dell’epidemia sono la vicinanza delle fosse tra

loro e l’orientamento non omogeneo degli inumati,

indizi di un’attività cimiteriale concentrata in un

arco temporale molto limitato e tesa a l massimo

sfruttamento dello spazio disponibile per le sepol-

ture. Appare verosimile che l ’evento drammatico

che ha determinato la realizzazione di questo cimi-

tero d’emergenza si a da co llocare ne lla stagione

calda, quando il fiume in secca si ritirava nella parte

sud dell’alveo rendendo praticabile il suolo formato

dai s uoi sedimenti, d epositati dur ante l e fasi d i

piena invernale in sponda d estra. Ma non basta,

perché altre importanti novità sono venute alla luce

e potrebbero imprimere una svolta nella compren-

sione di un intero periodo storico della città di Fi-

renze; dagli scavi archeologici nell’area di Levante

degli Uffizi è emersa la fotografia istantanea di una

catastrofe di proporzioni immani che ha colpito Fi-

renze in età altomedievale. Una catastrofe – spiega

il MIBACT – che ha sicuramente contribuito al noto

lungo periodo di decadenza della città e alla sua

quasi scomparsa dalla storia, ma forse anche da

sola sarebbe sufficiente a spiegarlo. Quella che oggi

è visibile è solo una piccola porzione di un’area ci-

miteriale vasta, costituita da n umerose tombe a

fossa multiple, s tipate una accanto al l’altra. In

ognuna di esse i defunti furono deposti pressoché

simultaneamente, o in un brevissimo arco tempo-

rale.

Fonte:

www.italiaglobale.it

14/02/2014

10)

RITROVATA IN TURCHIABASILICA DI 1500 ANNI

IN FONDO A UN LAGO

Un team di archeologi turchi haannunciato di avere sco-

perto i resti di una basilica vecchia di 1500anni in fondo

al lagodi Iznik, nella provincia nord-occidentale di Bursa.

Secondo alcuni esperti bizantini potrebbe trattarsidela

chiesa di SanPietro, citata in diversi testi cristiani del-

l'epoca. SecondoMustafaSahin, il docente diarcheologia

dell'università di Bursache dirige gli scavi, citato dawor-

ldbulletin, la basilica sarebbe stata costruitaattorno al

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