

Scrivere sull' Egitto antico in questo momento
storico, significa mettere al centro dei propri pen-
sieri l'Egitto di oggi e - soprattutto - la sua gente.
Le notizie che ci sono arrivate attraverso i media
internazionali e gli amici in loco, sia connazionali
che egiziani, hanno creato in noi apprensione e
preoccupazione per il futuro di questa nazione.
E questo perché per noi l'Egitto non è soltanto
un territorio geografico che ospita le vestigia di
una civiltà che amiamo, ma soprattutto il luogo
dove abitano milioni di persone che vorremmo
vedere felici e realizzate in quelle cose che per
loro sono importanti.
Ho visitato l'Egitto per un mese, principalmente
l'area di Luqsor, a cavallo tra novembre e dicem-
bre del 2012, quando al Cairo era esplosa ancora
una volta la protesta. Ho parlato con la gente co-
mune, con coloro che del turismo hanno fatto la
principale fonte di reddito e nelle loro parole ho
percepito la disperazione, l'incertezza per il pro-
prio futuro e per quello della propria famiglia.
Gli ultimi giorni li ho passati nella capitale e sono
stato in Taharir Square, incontrando e parlando
con quei giovani che da giorni erano accampati in
quel luogo simbolo, con l'intenzione di rimanerci
e lottare per il proprio futuro.
Il futuro. La paura di non averne uno. Questo è il
denominatore comune di tutte le persone che ho
ascoltato.
Non sta a noi fare valutazioni politiche su quanto
sta avvenendo in Egitto, perché le questioni in-
ternazionali sono complesse e non abbiamo le
competenze necessarie per poterlo fare con la
giusta serenità.
e d i t o r i a l e