Previous Page  4 / 536 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 4 / 536 Next Page
Page Background

3

l’integrazione di nuove

utterances

, che dalle originarie 714 del Sethe sono passate a 741 (cfr.

Raymond O. Faulkner:

The Ancient Egyptian Pyramid Texts

, Oxford University Press 1969); Jean

Leclant nel 1985 (cfr. J. Leclant:

Recherches récentes sur les Textes des Pyramides et les piramides

à textes de Saqqarah

, in Bullettin de la Classe des lettres et sciences morales et politiques de

l’Académie Royale de Belgique, 5a serie 71, 1985) ed infine il lavoro di James P. Allen del 2005

(cfr. James P. Allen:

The Ancient Egyptian Pyramid Texts

– Society of Biblical Literature, Atlanta -

Leiden ND 2005).

2

La piramide della regina Neit

Verso la fine degli anni venti del secolo scorso l’egittologo e archeologo svizzero Gustave Jéquier,

nella regione a sud di Saqqara, portò alla luce alcune importanti tombe di membri di famiglie reali,

comunemente chiamate da allora “le piramidi delle regine”. Jéquier aveva inizialmente nel 1925

condotto gli scavi relativi alla tomba della regina Oudjebten – VI Din. - (cfr. G. Jéquier:

La

Pyramide d’Ouddjebten

, Le Caire 1928), ma la scoperta più significativa fu fatta durante gli scavi

degli anni 1931 e 1932, aventi per oggetto le piramidi delle regine Neit e Apouit II, ubicate in

prossimità della piramide di Pepi II. Il risultato di queste ricerche fu oggetto di un opera venuta

alla luce nel 1933 dal titolo: Gustave Jéquier: Fouilles à Saqqarah,

Les pyramides des reines Neit et

Apouit

, Ed. Service des Antiquites de l’Égypte, le Caire 1933 – imprimerie de l’IFAO. Sino ad

allora le ricerche avevano portato alla luce iscrizioni sepolcrali afferenti esclusivamente i sovrani,

la grande novità fu pertanto il fatto di trovarsi innanzi a monumenti destinati alle consorti dei re.

Mentre le tombe della regina Apouit e Oudjebten apparvero in pessime condizioni, in pratica un

ammasso o quasi di detriti, la tomba della regina Neit si presentò in un ottimo stato di

conservazione con tutte le iscrizioni geroglifiche pressoché integre. Il

corpus

di questa piramide

risulta secondo soltanto a quello del faraone Unas (fine V Din.). La regina Neit era figlia di Pepi I,

sorella di Merenre e sposa di Pepi II (VI Dinastia, intorno al 2300 a.C.). Purtroppo la scoperta e

soprattutto la pubblicazione degli studi sulla piramide della regina Neit furono eventi successivi

all’uscita del lavoro del Sethe (1908 / 1910), venendo la scoperta a coincidere quasi con la morte

dell’egittologo tedesco (luglio 1934). Per quanto detto va sottolineato che le iscrizioni funerarie di

questa piramide restano al di fuori dalla organicità del

corpus

del Pyramidentexte. Le traduzioni

operate dagli studiosi sui testi delle piramidi hanno interessato anche le iscrizioni contenute nella

piramide della regina Neith limitatamente a quei passi non compatibili con il Pyramidentexte. Si

segnala in queste brevi note introduttive in particolare il pregevole lavoro di traduzione fatto

dall’egittologo americano James P. Allen dal titolo

The Pyramid Texts of Queen Neith

riportato nel

Cap. VI della citata opera

The Ancient Egyptian Pyramid Texts.

3

Ogni iscrizione sepolcrale ha una sua personalità

Tutte le iscrizioni contenute nelle tombe di Saqqara avevano il comune scopo di consentire al

sovrano, o come si è visto anche alle loro consorti, di conquistare l’eternità, il

netherworld

. L’

iter