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Il 1956 fu, invece, l’anno della na-

zionalizzazione del Canale di Suez,

che portò all’invasione britannica

dell’Egitto, coadiuvata dall’eser-

cito israeliano e da quello fran-

cese e della promulgazione della

nuova Costituzione. Doria Shafik,

insoddisfatta della composizione,

tutta maschile, dell’assemblea co-

stituente che doveva lavorare alla

stesura della Carta costituzionale,

iniziò uno sciopero della fame nel

1954; era certa che l’assenza delle

donne, in un momento tanto im-

portante per il futuro dell’Egitto,

avrebbe pregiudicato il loro cam-

mino verso l’emancipazione.

La Costituzione garantì il diritto di

voto alle donne, ma solo a quelle

che lo richiedevano. Indignata, la

femminista annunciò un altro scio-

pero della fame, a cui diede ampia

risonanza mediatica, come aveva

fatto la prima volta e si

rifugiò nell’ambasciata in-

diana. Fu l’inizio della fine

per lei: le altre attiviste le

imposero di dimettersi,

la denunciarono come

traditrice e Nasser ne ap-

profittò per farle chiude-

re l’associazione, il giorna-

le e metterla agli arresti

domiciliari. Doria Shafik,

insomma, si inimicò il

regime con il suo atteg-

giamento sprezzante e

sopra le righe,mostrando

tutto il suo rancore verso

Nasser, molto amato dal

popolo. La denuncia per

tradimento, così come l’imposi-

zione di dimettersi, era dettata

dalla paura di una donna audace,

che rischiava di creare problemi e

sovvertire un sistema rigido e sof-

focante, ma molto potente. Doria

Shafik fu una donna tormentata,

forse i suoi gesti nascondevano

insicurezza e la mancanza della

necessaria “freddezza” per gestire

rapporti sociali e politici.

Fuuna femminista entusiasta e co-

raggiosa, una scrittrice dal pensie-

ro profondo, e un’intellettuale au-

dace. Non aveva un’indole portata

per la politica e, con ogni probabi-

lità, questa lacuna non le permise

di valutare i pericoli e aggirare gli

ostacoli. Nel suo cuore la cultu-

ra occidentale e quella islamica

combatterono fino a distruggerla,

a disintegrarne la personalità e la

psicologia, portandola all’esauri-

mento nervoso. Il suo comporta-

mento “oscillante” tra le radici isla-

miche e il desiderio di Occidente

fu, forse, una delle conseguenze

della colonizzazione, benché tale

argomento non debba essere ge-

neralizzato, né strumentalizzato e

meriti un’analisi approfondita dal

punto di vista storico, sociale, poli-

tico e religioso.

Bibliografia

Leila Ahmed, “

Dietro il Velo. La Donna nell’I-

slam da Maometto agli ayatollah

”, Nuova

Italia, Firenze 1992;

Cynthia Nelson, “

Doria Shafik, Egyptian

Feminist: a Woman apart

”, The American

University in Cairo Press, Cairo 1996.

http://upf.com http://www.enciclopediadelledonne.it http://weekly.ahram.org.eg

Asia Francesca

Rossi

Ha conseguito la laurea in Lingue e Civil-

tà Orientali all’Università “La Sapienza” di

Roma studiando come prima lingua l’ara-

bo, come seconda lingua l’ebraico e come

lingua europea l’inglese. Sta frequentato,

sempre presso lo stesso ateneo, il corso di

Laurea Magistrale in Lingue e Civiltà Orien-

tali...

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