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all’arretramento del confine occidentale e settentrionale con la conseguente e necessaria fortificazione di

alcuni centri preesistenti come Palmira e Cyrrhus. A nord, in prossimità dei punti di guado dell’Eufrate, furono

costruiti impianti fortificati di medie dimensioni utilizzati,  insieme alle città di Resafa e Zenobia, come avam-

posti difensivi a protezione delle città dell’altopiano anatolico, centri soggetti alle mire espansive della dinastia

sasanide. Erano inserite, in questa  linea difensiva più interna, il centro di Dara e tre città di antica fondazione

Edessa, Martyropolis, Amida. Un ulteriore arretramento dei confini avvenne dopo il crollo, nella prima metà

del VII secolo d.C., dei vari settori del limes giustinianeo: i Bizantini si concentrarono sul confine orientale,

verso l’altopiano anatolico, dopo essersi  ritirati dalle regioni siriane e armene per la minaccia araba. La prima

fase del nuovo conflitto tra Bizantini e Sasanidi vide i persiani espandere il loro dominio. Tra il 602 al 622 d.C.

i Persiani avanzarono senza grosse difficoltà in Siria, Palestina, Egitto e alcune regioni dell’Anatolia. L’ascesa al

trono di Eraclio ristabilì l’equilibrio e anche il tentativo di assedio della capitale da parte dei Sasanidi, alleati

nel frattempo con gli Avari, fu sventato. Le possenti mura di Costantinopoli ressero, anche se la tradizione

attribuisce il merito al patriarca Sergio (Eraclio era impegnato su altro fronte): i testi ci tramandano che, grazie

alla sua capacità di motivare le poche truppe rimaste e all’aver affidato alla vergine Maria il destino della città,

la capitale non cadde in mano nemica. Siamo nel 626 d.C. Nel 627–628 d.C. Eraclio e le sue truppe si spinsero

verso la Mesopotamia costringendo i Persiani a una resa. Furono ristabiliti i confini dell’Impero bizantino e

la reliquia della Croce fu restituita. Dietro i limites bizantini, la pressione dei persiani della dinastie sasanide

e la civiltà iranica. I Sasanidi a differenza degli Achemenidi, lasciano molta documentazione relativa al loro

concetto di regalità: epigrafi, rilievi, decorazioni palatine e testi letterari esplicitano in maniera chiara come i

sovrani sasanidi si considerassero i legittimi eredi della grande tradizione dei re dell’Iran, gli Achemenidi. Molti

elementi, anche decorativi, vanno in quella direzione: il motivo della gola egizia nella decorazione del palazzo

di Firuzabad del primo re sasanide, ArdashirI, o il coronamento di merli a gradoni degli edifici di Paikuli e Taq-i

Rilievo rupestre di Taq i Bustan - Investitura di Ardashir II 379/383 A.C. - A sinistra Abashir II - A desta Ahura mazda - Trai due l’anello regale