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e Aqawasha vengono definiti
“dei paesi del mare”
(
n pA ym
). Come anticipato, le prime menzioni, se pur limitate,
risalgono al regno di
Akhenaton
(
1352-1338 a.C.), quando è possibile leggere in accadico il nome dei
Lukka,
degli
Shardana
e dei
Danuna
in alcune delle “Lettere di Amarna”
3
. Nella prima (EA38), il re alleato di
Alashiya
(Cipro) s
embra reagire a un’accusa di collusione con i pirati Lukka che già da allora dovevano infestare il Me-
diterraneo orientale. Il sovrano si giustifica con il faraone dicendo di non sapere niente di questo fatto e, anzi,
di aver subito lui stesso danni da queste scorribande dal mare. Poi scrive l’insistente
Rib-Addi
,
governatore di
Biblo, che in tre (EA81, 122, 123) delle circa settanta lettere di aiuto inviate al faraone, descrive gli Shardana
come guerrieri mercenari usati per la protezione della città. Infine, il re vassallo di Tiro
Abimilki
(
EA151) rispon-
de a una richiesta di Akhenaton riferendogli notizie sullo stato politico delle città dell’area. Tra le informazioni
riportate, si legge anche della morte e successione pacifica del re dei Danuna che, evidentemente, dovevano
attestarsi a sud dell’impero ittita. Nel corso del regno di
Ramesse II
(
1297-1213), uno dei più lunghi della storia
dell’umanità, non poteva mancare l’occasione di un confronto diretto tra Egitto e Popoli del Mare. Il faraone
non dovette nemmeno aspettare molto perché, già durante il secondo anno, fu costretto a ingaggiare la sua
prima battaglia nella zona del Delta per liberarsi dei pirati Shardana. L’avvenimento è documentato dalla “Stele
II” di Tanis e la “Stele di Assuan” . Il primo documento, scoperto da Petrie tra il 1883 e il 1886 a Tanis, è detto an-
che
“Stele degli Shardana”
4
. Dopo un lungo panegirico sul valore in battaglia del re, comincia l’enumerazione
di tutti i popoli vinti da Ramesse, disposti secondo i punti cardinali: gli Asiatici a Nord, i nomadi del deserto
ad Est, i Libici ad Ovest e i Nubiani a Sud. In questa costruzione stereotipata, in posizione centrale sono
annoverati gli Shardana, che quindi sembrano essere collocabili nelle isole del Mediterraneo. Il faraone si
vanta di essere stato il primo ad aver sconfitto questi pirati dal cuore ribelle che, però, subiscono una sorte
diversa dal solito. Infatti, la tipica ribellione straniera (
b
š
tw
) non è risolta, come prassi nel Nuovo Regno, con
l’uccisione del re barbaro, ma con la cattura (Hak) e il reclutamento forzato dei valorosi Shardana, come si
vedrà in seguito, nelle truppe ausiliarie egizie.
Questa battaglia navale può essere
contestualizzata grazie alla
“Stele di
Assuan”
,
iscrizione situata su una roc-
cia costiera nelle vicinanze di Elefanti-
na. Il testo coincide praticamente con
il precedente e la data dell’intestazio-
ne si riferisce a una campagna in Nu-
bia del secondo anno di regno nota
anche da altre fonti. Lo scontro con
i
«guerrieri del Grande Verde, il grande
lago del nord»
5
, quindi, deve essere av-
venuto nei mesi precedenti. Grazie al
loro valore in battaglia riconosciuto dal
faraone stesso, gli Shardana vengono
annoverati nelle fila dell’esercito egi-
ziano durante la
Battaglia di Qadesh
(1275 a.C.), l’avvenimento più impor-
tante della propaganda di Ramesse II
raccontato sulle pareti di tutti i templi
(Karnak, Luxor, Ramesseum, Abido e
Abu Simbel). I “bollettini di guerra” ci
forniscono le più antiche immagini di-
sponibili di uno dei Popoli del Mare; infatti, gli Shardana vengono rappresentati barbati, a torso nudo con
corto gonnellino o con lunghe tuniche rinforzate da strisce di cuoio borchiate. L’equipaggiamento, ottimo
per il combattimento corpo a corpo, vede una lunga spada o una lancia, uno scudo rotondo, diverso da
quello dei soldati egiziani, e il tipico elmetto con corna e piccolo disco solare. Inoltre, nel tempio di Luxor, tra
i capi alleati della coalizione ittita, vengono rappresentati comandanti con il copricapo piumato che verrà
utilizzato successivamente nei rilievi di Ramesse III per indicare i Peleset. Conosciamo versioni del resoconto
della battaglia anche su papiro, come il cosiddetto
“Poema di Pentaur”
(Pap. Sallier III)
che, però, venne re-
3 Liverani M., Le lettere di el Amarna. Le lettere dei «Piccoli Re», Brescia 1998; Le lettere di el Amarna. Le lettere dei «Grandi Re», Brescia 1999.
4 Yoyotte J., Les Steles de Ramses II a Tanis, in KÊMI 10 (1949).
5 Breasted J.H., Ancient Records of Egypt, vol. III, New York 1962, pag. 205.