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C U L T U R A

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in terra d'Egitto non può infine prescindere

dalle numerose tombe o anfratti rocciosi de-

sertici che sono state le prime dimore e le

prime chiese utilizzate dai fedeli in cerca di ri-

paro dalle persecuzioni imperiali e da monaci

eremiti.

Gran parte di queste cappelle sono tuttora

visibili soprattutto tra le necropoli faraoniche

realizzate fra anfratti e grotte naturali della

riva destra del Nilo, in medio Egitto. Fra le ne-

cropoli più prestigiose della regione sono da

menzionare quella di Beni Hassan, la più im-

portante area cimiteriale del Medio Regno, e

quella di Tell el Amarna, la celebre capitale del

faraone eretico della XVIII dinastia Amenhotep

IV. Molte delle grotte naturali e di quelle adat-

tate in epoca faraonica per sepolcri nobiliari o

per templi alle divinità rappresentarono dun-

que nel corso del IV e V secolo, durante l'epoca

dell'esplosione del fenomeno monastico, un ri-

fugio sicuro per gli anacoreti cristiani: per co-

loro che si ritiravano a vita ascetica individuale

ma anche per coloro che si ritiravano a vita

contemplativa in piccoli gruppi.

L'architettura eremitica, osservabile all'in-

terno di tombe egiziane scavate nella roccia ed

adattate a cappelle e dimore, si caratterizza

per l'estrema semplicità e funzionalità. Solita-

mente la stanza frontale della cappella della

tomba veniva allargata eliminando le colonne

e scavando un vano laterale. Una nicchia semi-

circolare veniva poi scavata in modo approssi-

mativo nel centro della parete posteriore per

essere usata come abside della cappella

(tomba di Urarnu a Sheikh Sa'id) o come batti-

stero mediante un catino collegato al muro po-

steriore (tomba di Panehsy ad Amarna) (fig.

18). Occasionalmente una tomba nella roccia

era unita ad una cava: venivano quindi co-

struite sul fronte una cappella e due sacrestie

lasciando su ogni lato un'entrata per gli uomini

e per le donne.

Un semplice archivolto su due pilastri co-

rinzi di stucco che fiancheggiavano la nicchia

dell'altare e pitture murali attorno e dentro

alla nicchia stessa fornivano un'adeguata

struttura religiosa. Gli elementi rappresentati

nelle pitture murali erano essenzialmente di

tipo simbolico: uccelli nimbati con ali tripartite,

volute continue con grappoli di melograni, an-

geli frontali sormontati dal monogramma di

Cristo realizzati secondo uno stile ancora

molto simile al periodo tardo-romano. Nella

tomba di Urarnu un murale rappresenta San

Giorgio come cavaliere raffigurato nell'atto di

trafiggere un dragone, sono inoltre presenti

antilopi, unicorni e croci ansate derivate dal

segno geroglifico ankh.

Nel distretto di Assiut, inoltre, sono state

rinvenute in due tombe scavate nella roccia,

ognuna composta da due stanze, disegni trac-

ciati con linee rosse di buon stile caratterizzati

da proporzioni armoniose e disegno agile, da-

tati probabilmente al VI o agli inizi del VII se-

colo. Tali decorazioni comprendono una figura

stante, sbarbata, piccole nicchie inframezzate

da una voluta continua e larghe absidi ognuna

fiancheggiata da due colonne dipinte con ele-

menti simbolici e fitomorfi: croci con meda-

glioni, Cristo giovane ed imberbe con volume

in mano, pavoni e cornici vegetali.

Anche le sovrastrutture in mattoni delle

tombe egizie vennero adattate dai copti: ad

Abydo, all'interno della tomba denominata D

69, due sale fiancheggianti un pozzo centrale

vennero trasformate in una cappella per il

culto cristiano mediante la costruzione sulla

Fig. 18

- Amarna. Pianta della cappella cristiana inserita nella

tomba di Panehsy (Badawy 1978).