

C U L T U R A
21
in terra d'Egitto non può infine prescindere
dalle numerose tombe o anfratti rocciosi de-
sertici che sono state le prime dimore e le
prime chiese utilizzate dai fedeli in cerca di ri-
paro dalle persecuzioni imperiali e da monaci
eremiti.
Gran parte di queste cappelle sono tuttora
visibili soprattutto tra le necropoli faraoniche
realizzate fra anfratti e grotte naturali della
riva destra del Nilo, in medio Egitto. Fra le ne-
cropoli più prestigiose della regione sono da
menzionare quella di Beni Hassan, la più im-
portante area cimiteriale del Medio Regno, e
quella di Tell el Amarna, la celebre capitale del
faraone eretico della XVIII dinastia Amenhotep
IV. Molte delle grotte naturali e di quelle adat-
tate in epoca faraonica per sepolcri nobiliari o
per templi alle divinità rappresentarono dun-
que nel corso del IV e V secolo, durante l'epoca
dell'esplosione del fenomeno monastico, un ri-
fugio sicuro per gli anacoreti cristiani: per co-
loro che si ritiravano a vita ascetica individuale
ma anche per coloro che si ritiravano a vita
contemplativa in piccoli gruppi.
L'architettura eremitica, osservabile all'in-
terno di tombe egiziane scavate nella roccia ed
adattate a cappelle e dimore, si caratterizza
per l'estrema semplicità e funzionalità. Solita-
mente la stanza frontale della cappella della
tomba veniva allargata eliminando le colonne
e scavando un vano laterale. Una nicchia semi-
circolare veniva poi scavata in modo approssi-
mativo nel centro della parete posteriore per
essere usata come abside della cappella
(tomba di Urarnu a Sheikh Sa'id) o come batti-
stero mediante un catino collegato al muro po-
steriore (tomba di Panehsy ad Amarna) (fig.
18). Occasionalmente una tomba nella roccia
era unita ad una cava: venivano quindi co-
struite sul fronte una cappella e due sacrestie
lasciando su ogni lato un'entrata per gli uomini
e per le donne.
Un semplice archivolto su due pilastri co-
rinzi di stucco che fiancheggiavano la nicchia
dell'altare e pitture murali attorno e dentro
alla nicchia stessa fornivano un'adeguata
struttura religiosa. Gli elementi rappresentati
nelle pitture murali erano essenzialmente di
tipo simbolico: uccelli nimbati con ali tripartite,
volute continue con grappoli di melograni, an-
geli frontali sormontati dal monogramma di
Cristo realizzati secondo uno stile ancora
molto simile al periodo tardo-romano. Nella
tomba di Urarnu un murale rappresenta San
Giorgio come cavaliere raffigurato nell'atto di
trafiggere un dragone, sono inoltre presenti
antilopi, unicorni e croci ansate derivate dal
segno geroglifico ankh.
Nel distretto di Assiut, inoltre, sono state
rinvenute in due tombe scavate nella roccia,
ognuna composta da due stanze, disegni trac-
ciati con linee rosse di buon stile caratterizzati
da proporzioni armoniose e disegno agile, da-
tati probabilmente al VI o agli inizi del VII se-
colo. Tali decorazioni comprendono una figura
stante, sbarbata, piccole nicchie inframezzate
da una voluta continua e larghe absidi ognuna
fiancheggiata da due colonne dipinte con ele-
menti simbolici e fitomorfi: croci con meda-
glioni, Cristo giovane ed imberbe con volume
in mano, pavoni e cornici vegetali.
Anche le sovrastrutture in mattoni delle
tombe egizie vennero adattate dai copti: ad
Abydo, all'interno della tomba denominata D
69, due sale fiancheggianti un pozzo centrale
vennero trasformate in una cappella per il
culto cristiano mediante la costruzione sulla
Fig. 18
- Amarna. Pianta della cappella cristiana inserita nella
tomba di Panehsy (Badawy 1978).