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D I L M U N

Cosa si desume dai "morti"? Perché i morti, per il mondo dell’archeologia, sono così importanti?

Per due motivi: il primo, banale e scherzoso, è che da morti non si possono confutare le interpretazioni

e un interlocutore “innocuo” è l’interlocutore preferito da qualsiasi studioso; il secondo, quello serio, è

che grazie allo studio delle pratiche funerarie si è riusciti a desumere la stragrande maggioranza delle

informazioni di molte civiltà antiche, in particolare quelle del Vicino Oriente antico.

Grazie all’analisi dei contesti funerari e delle pratiche cultuali i dati che emergono identificano l’organiz-

zazione economica di una società e la relativa stratificazione sociale, l’ideologia religiosa della civiltà

oggetto di indagine, i miti e le credenze e, perché no, anche le mode.

In poche parole, tutto il bagaglio culturale di un popolo veniva ribaltato e nuovamente declinato nel trat-

tamento funerario che riservava ai propri defunti.

Già in epoca protostorica, nel vasto territorio del Vicino Oriente, si evidenziano non distratte e banali

azioni nei confronti dei morti, ma articolati riti con forti varianti locali; segno, questo, dell' esistenza sia

di diversi costumi culturali sia di un indicatore di differenziazione sociale esistente.

In Mesopotamia si possono citare tra i primi complessi funerari le necropoli di Eridu, Tepe Gawra e Susa

I. In Siria, Karkemish; in Palaestina,invece, sono state ritrovate e indagate le necropoli di Affula, Gerico

e Tell el-Farah Nord.

Hanno fornito dati materiali in grande quantità anche dei siti più “recenti” (si fa per dire), come Biblo o

Sidone, in Libano.

L’area siro palestinese, essendomeglio indagata, consente agli studiosi di formulare un quadro coerente

e tutto sommato esaustivo delle pratiche funerarie che sono state attuate dalla preistoria fino al periodo

sasanide. Sulla terra dei due fiumi, invece, a parte la zona dell’alta mesopotamia, persistono delle lacune

di informazioni e non si riesce a fornire una visione altrettanto completa. I motivi sono molteplici e non

affrontabili all’interno di questo piccolo contributo che ha lo scopo, invece, di evidenziare e raccontare

alcune pratiche funerarie attuate in contesti non così “popolari” ma che presentano delle specificità e

delle anomalie rispetto al contesto generale: il Golfo Persico, isole comprese.

Risalgono al III millennio circa le necropoli rinvenute sull’attuale isola di Baharain, luogo che corrisponde

l’importanza

dei morti

di Generoso Urcioli