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dalle precedenti, una seconda fase è caratteriz-

zata dall’abbandono del disco e del crescente lu-

nare e dall’adozione della croce.

Ben poco si sa dell’attività di Salama nel regno

axumita. Egli era tuttavia un personaggio impor-

tante presso la corte e le fonti parlano di una spe-

cie di “triumvirato di tipo teocratico”, formato da

Ezana, dal fratello Še‘az

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e dall’Abuna Salama.

Il suo nome compare inoltre in un importante do-

cumento del primo cristianesimo. Si tratta di una

lettera risalente al 356, conservataci da Atanasio

stesso nel suo

Apologia ad Constantium

, dell’im-

peratore Costanzo (337-361), figlio di Costantino e

seguace dell’eresia ariana, ad

Aezanus

e

Sazanas

(Ezana e Še‘az

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n

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), per chieder loro di rimandare

Frumenzio ad Alessandria, per essere esaminato

riguardo alla sua fede da Giorgio di Cappadocia

(24 febbraio 357 – 2 ottobre 358; 26 novembre

361 - 24 dicembre 361), vescovo ariano di Alessan-

dria, ed essere confermato nella sua carica. L’im-

peratore ricorda infatti che Frumenzio era stato

ordinato da Atanasio, “

un uomo colpevole di dieci-

mila crimini

”, che lui aveva deposto e che ora er-

rava “

come un vagabondo da una regione all’altra,

quasi come un criminale fuggitivo

”. Questa lettera,

alla quale probabilmente non fu mai risposto, mo-

stra come a quella data Frumenzio fosse probabil-

mente ancora vivo e come abbia preservato la gio-

vane Chiesa etiopica dall’arianesimo.

La “seconda cristianizzazione”: i ts

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n , i santi

isolati, i Nove Santi

La prima comunità di cristiani doveva limitarsi a

parte della corte reale, ai mercanti stranieri resi-

denti nelle principali città del regno – in particolare

la stessa Axum e Adulis - e alle loro famiglie ed è

probabile che il sovrano stesso abbia dovuto agire

con estrema cautela, dovendo fare continuamente

i conti con forze conservatrici anti-cristiane nel

Paese. Dopo la morte di Frumenzio, infatti, non

troviamo più menzione di vescovi axumiti negli

scritti greco-romani dei secoli IV e V, segno che

l’adozione del Cristianesimo da parte del popolo

fu un processo lungo e non immediato. È solo più

di un secolo dopo la conversione di Ezana, nella

seconda metà del V secolo e all’inizio del VI, che

troviamo chiari segni di un progresso della diffu-

sione del Cristianesimo nel regno axumita: è a par-

tire da questo secolo che la croce compare anche

nella decorazione degli utensili quotidiani di cera-

mica, segno che il Cristianesimo si era ormai am-

piamente diffuso nel Paese. La diffusione del

Cristianesimo fuori dall’ambito di corte – la “se-

conda cristianizzazione”, come la chiamano gli

studiosi - fu facilitata dall’arrivo in Etiopia di mis-

sionari la cui presenza nel Paese è da ricollegarsi

con ogni probabilità alle dispute cristologiche che

si svilupparono nell’impero bizantino in questi

anni. Benché non sia certo quale fosse la fede di

questi missionari, è probabile che fossero anti-cal-

cedoniti, in fuga dalle persecuzioni scatenatesi

contro di loro dopo il Concilio di Calcedonia (451),

che aveva sancito il distacco di buona parte delle

Chiese Orientali dalla comunione con Roma e Co-

stantinopoli; come tali, comunque, sono conside-

rati dalla Chiesa Etiopica. Attorno alle loro figure

si svilupparono cicli di leggende, caratterizzate da

eventi miracolosi, riportate dai vari

gadl

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t

2

dei

santi, la cui redazione risale tuttavia al periodo

medievale, quasi mille anni dopo i fatti che nar-

rano. Le tradizioni indigene su questi divulgatori

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s p e c i a l e e t i o p i a

Lalibala: la chiesa rupestre di san Giorgio

2 ”Vite”, “Atti”, letteralmente “combattimenti”; sing.

gadl

;

i “combattimenti” in questione sono le lotte spirituali con-

dotte da questi santi per vincere tutti gli ostacoli che si op-

pongono al raggiungimento della perfezione cristiana.