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s p e c i a l e e t i o p i a

Dalle origini alla nuova dinastia salominca

La Chiesa Ortodossa Tewahedo

1

d’Etiopia ha caratteristiche del tutto singolari, che la distinguono da

ogni altra, nonostante fino al 1959 sia dipesa giuridicamente dalla Chiesa di Alessandria. Con quella di

Nubia è la prima delle Chiese che si instaura e diffonde il messaggio di Cristo in una terra dell’Africa

nera. Non solo, essa non è il risultato dell’opera missionaria europea, ma nasce e fiorisce ben prima di

tante cristianità europee. Inoltre non reca l’impronta della cultura e della mentalità ellenistica alessan-

drina e neppure di quella costantinopolitana, come dimostra, fra l’altro, lo stile degli edifici cultuali. E an-

cora, non è mai stata sottoposta al dominio dell’Islam, pur essendo stata più volte minacciata.

Occorre sottolineare che l’usuale designazione “

copta

” per la Chiesa d’Etiopia è da evitarsi: nonostante

la dipendenza giuridica dalla Chiesa alessandrina per tanti secoli, la Chiesa etiope si è sviluppata indi-

pendentemente, con una propria liturgia, non partecipando alle vicende della Chiesa Copta. I riti, che pro-

babilmente erano identici o molto vicini nel IV secolo, col passare dei secoli si sono andati differenziando

e in Etiopia si sono sviluppati aspetti propri, dovuti alle peculiarità culturali e psicologiche del Paese.

Inoltre, la parola copto ha un ben preciso significato etnico (“egiziano”), inapplicabile all’Etiopia.

Origini del cristianesimo in Etiopia

Etiopia è un nome greco e ai suoi abitanti, gli Aithíopes, che già figurano nei poemi omerici, è attribuito

dagli antichi il significato di “riarsi nel volto”. Tuttavia il nome Etiopia, che per gli antichi designava ge-

nericamente il Paese dei neri (e in particolare la Nubia, parte dell’odierno Sudan; la XXV dinastia egiziana,

circa 715-663 a.C., è costituita da faraoni nubiani ed è conosciuta appunto come “dinastia etiopica”),

solo più tardi fu adottato per designare quello corrispondente all’incirca all’attuale nazione dell’Etiopia.

Secondo un’etimologia popolare, il nome Abissinia, come in passato era chiamata l’Etiopia, significhe-

rebbe “mescolanza” di popoli di varie razze e lingue. Sebbene in effetti Abissinia derivi dal nome di una

delle tribù semitiche che popolano la zona – quella degli Habasha – il suo significato etimologico tradi-

zionale rappresenta abbastanza bene la costituzione effettiva dell’Etiopia, caratterizzata da una ric-

chezza antropologica e linguistica, che abbraccia sia l’elemento semitico, che quelli camitico, cuscitico

e nilotico, elementi diversamente mescolatisi nei secoli.

La tradizione cristiana etiopica vanta radici vetero-testamentarie, sia per la matrice religiosa sia per la

pretesa discendenza israelitica del suo popolo, che si ricollegherebbe alla storia di Makeda (o Azieb), la

mitica Regina di Saba, cosi come narrataci dal

Kebra Nagast

, “Gloria dei Re”, il libro sacro degli Etiopi.

Dal figlio Menelik che la regina ebbe da Salomone deriverebbe la discendenza salomonica della dinastia

che fino al 1974 ha regnato in Etiopia, dove l’ultimo sovrano, Hayla Sellasse, sarebbe stato il 225° suc-

cessore di Salomone. Insieme con Menelik, l’Etiopia avrebbe avuto anche l’Arca dell’Alleanza e le Tavole

della Legge di Mosè.

La tradizione vuole poi che il cristianesimo sia stato introdotto in Etiopia dall’eununco della regina Can-

dace il quale, secondo gli

Atti degli Apostoli

(Cap. 8), sarebbe stato battezzato dal diacono Filippo sulla

la chiesa ortodossa

tewahedo

d’etiopia

Storia e prospettive di una Chiesa delle origini

di Alberto Elli

prima parte

1 Termine significante “unità, unicità, unione, unificazione”, in riferimento alla fede nell’u-

nione in Cristo della divinità con l’umanità.

Alberto Elli ci illustra in questo splendido articolo la singolarità, non per tutti nota, della Chiesa Ortodossa

Tewahedo d’Etiopia. La prima a diffondere, attraverso l'opera missionaria, il messaggio di Cristo nell'Africa nera.