Introduzione
I
Gudea di Lagash
Gudea appartiene alla seconda dinastia di Lagash, sviluppatasi durante l’interregno guteo, poco prima che Ur-
Nammu fondasse la celebre terza dinastia di Ur (Ur III: circa 2100 – 2000 a.C.). Fondatore della dinastia di
Lagash fu il principe Ur-Baba, ma essa trovò in Gudea, suo successore, il suo massimo esponente; egli fu il
governatore (
ensi
) della città di Lagash per circa 20 anni (ca. 2144-2124 a.C.). Suo successore fu Ur-Ninjirsu;
poco o nulla sappiamo invece degli ultimi tre personaggi che si sono succeduti sul trono, fino alla sconfitta di
Nammakhani, l’ultimo
ensi
, il quale sarebbe perito nell’attacco di Ur-Nammu di Ur alla città-stato.
Sorprendentemente Gudea, che dopo la sua morte è stato divinizzato, non è menzionato nelle
liste dei re
sumeri
1
ma è conosciuto da altri elenchi di re di questo periodo ed inoltre numerose iscrizioni mostrano
l’indipendenza della sua città-stato. Gudea controllò una parte importante della Mesopotamia meridionale (con
le città di Ur, Uruk, e Nippur), che così riconquistò la sua indipendenza, perduta sotto il regno semitico di
Akkad. Durante il suo regno esercitò una notevole attività edilizia, in particolar modo religiosa, e fu promotore
di un’intensa creatività letteraria. La prosperità dipese dal corso dell'agricoltura, ma anche dal commercio coi
paesi circostanti.
Non meno di 2444 oggetti portano iscrizioni che commemorano la (ri)costruzione da parte di Gudea di un
tempio o la sua dedica di un oggetto a una divinità. La stragrande maggioranza - 2075 di questi oggetti - sono
chiodi di argilla, usati per scopi decorativi sulle pareti; 203 sono invece mattoni di argilla; ci sono inoltre 20
soglie di porta, un gradino in pietra, tre placche di pietra scolpita; 41 tra tavolette di fondazione in pietra e
figurine bronzee di fondazione, tutte, come indica il nome, sepolte sotto le fondazioni di un tempio. Ci sono
poi 21 sue statue, per lo più in diorite, 13 vasi, 12 teste di ascia e 5 supporti.
La costruzione dell’Eninnu
Il racconto più esteso della (ri)costruzione dell’Eninnu, il tempio di Ninjirsu e Bau (Baba) a Jirsu, metropoli
religiosa di Lagash, da parte di Gudea si trova su due cilindri in argilla - i più grandi cilindri di argilla
conosciuti -, comunemente noti come
Cilindro A
e
Cilindro B
, conservati al Museo del Louvre. Il cilindro A
misura 61 cm in lunghezza per un diametro di 32 cm; il cilindro B è lungo 56 cm e ha un diametro di 33 cm.
Tale composizione è di grande importanza, sia per il tempo in cui fu composta, sia per la fattura poetica che
per il suo contenuto. Essa comprende più di 1300 linee di testo (814 caselle o righe su 30 colonne nel Cilindro
A; 549 caselle o riche in 24 colonne nel cilindro B), e si presenta sotto forma di una lode (za
3
.mi
2
) al dio
Ninjirsu; a differenza di altre lodi, copiate nelle scuole, non esistono duplicati del testo, che fu composto per
celebrare il completamento dei lavori di ricostruzione dell’Eninnu da parte di Gudea. Essi non furono trovati
in
situ
, ma come depositi di fondazione sotto un muro dell’Eninnu stesso. La lingua con cui sono scritti è il
cosidetto
neo-sumerico
.
L’attività di costruzione di un tempio in onore della divinità rientrava tra le funzioni primarie di un capo delle
Città-Stato dei Sumeri, come poi lo sarà degli Assiri-Babilonesi. Quella di Gudea è in effetti una ricostruzione
dell’Eninnu: egli stesso parla del suo tempio come di un e
2
-gibil “un tempio nuovo” (cfr. B XIX.7),
1
Le
liste dei re sumeri
sono state composte nel 22° secolo a.C., molti secoli dopo i tempi cui si riferiscono. Gli elenchi sono stati
copiati da generazioni di scrivani e standardizzati in questo processo, finché nel tempo antico-babilonese è stata redatta una versione
canonica, estesa fino ai re di quel periodo. Scopo di questi elenchi era probabilmente quello di mostrare che Sumer ed Akkad avevano
servito "sempre " sotto un potere sovrano e di conseguenza a volte distorcono la verità per servire lo scopo. Gli elenchi qualche volta
contraddicono altre storie dei poemi epici (p.e. certi re dovrebbero essere contemporanei, mentre non è mostrato così nelle liste dei re).
Nelle liste dei re il potere del sovrano è visto come un'istituzione divina: è disceso da cielo. La linea di apertura del testo è: "
Quando il
potere sovrano
(nam.lugal in sumerico)
è sceso dal Cielo, il potere sovrano era in Eridu
". Il potere sovrano è visto come un'istituzione
che è condivisa da città diverse. Ciascuna città prende il suo turno durante un certo periodo. Dagli elenchi diviene apparente una
importante divisione, la grande Inondazione o Diluvio. Nomi ed eventi sono “antidiluviani” o “postdiluviani”. In poemi epici più tardi
l'Inondazione segnala la fine del tempo mitologico, quando le cose sono state formate, ed inaugura l'inizio di tempi storici. Otto (in altre
versioni dieci) governatori antidiluviani sono menzionati insieme coi loro periodi di governo. Periodi di regno estremamente grandi
sono stati attribuiti ai re prima dell'Inondazione. Sommati insieme essi avrebbero dominato per 241200 anni. Il periodo antidiluviano è
visto anche come l'era di rivelazioni divine, come l'invenzione dell’agricoltura, della scrittura ecc.