

Ho la netta sensazione di aver avu-
to un primo assaggio di “missione”,
dove il vorticoso srotolarsi degli
eventi può farti diventare un altro o
condividere il solito appartamento
con una persona senza neppure in-
contrarla. Non è mia intenzione de-
scrivere ogni minuto di quello stra-
ordinario mese vissuto quasi senza
pause, fatto di aneddoti che hanno
senso solo per chi c’era.
Ma voglio condividere con i lettori
un momento davvero particolare,
che mi ha emozionato fin quasi
alla commozione. Di quel momento
è frutto la fotografia che ha fatto il
giro del mondo, accompagnando la
notizia della scoperta della straordi-
naria struttura architettonica che il
processo di semplificazione giorna-
listico ha chiamato impropriamente
“Tomba di Osiride”. E’ necessario
però fare un passo indietro.
Il
Min-Project
ha in concessione la tomba di un altissimo funzionario, Min, vissuto durante la XVIII dinastia,
mentre regnava uno dei più grandi sovrani d’Egitto, Thutmosi III. Tra i numerosi incarichi che ha ricoperto vi
è quello di tutore del principe ere-
ditario Amenhotep, che poi salirà
a sua volta sul trono d’Egitto come
Aakheperura Amenhotep II. In uno
dei lati corti della sala trasversale
della tomba di Min, vi è l’accesso
ad una tomba a cui non è stato
ancora possibile attribuire un pro-
prietario, nota come Kampp -327-,
realizzata con ogni probabilità du-
rante le dinastie XXV-XXVI. Proprio
esplorando quest’ultima, dopo
aver superato una curva a gomito
dove è presente l’antica sepoltura
intrusiva di un bambino, il team ha
trovato un’apertura nella parte alta
di una parete, praticata già in tem-
pi remoti dai profanatori di tombe,
utilizzando la quale è arrivato alla
tomba di May e Neferet, risalente
probabilmente alle prime fasi della
XVIII dinastia. Quest’anno il lavoro è ripreso da lì, da quel “pianerottolo” dal quale già si intravedeva una scala
discendente quasi interamente coperta di detriti. Una discesa non facile e non solo per il pericolo di rovinare
a terra, ma perché ogni pietra potrebbe essere un pezzo di soffitto o di parete crollato e contenere iscrizioni
o immagini preziose. Potrebbero esserci manufatti come statue o pezzi di sarcofago e comunque l’intera area
è letteralmente disseminata di ossa: femori, clavicole, parti di teschi e di vertebre, e non vogliamo calpestare i
resti di esseri umani vissuti secoli prima di noi.
In fondo alla scala ci accorgiamo di dover proseguire alla nostra destra e puntiamo le luci in avanti per sottrar-
re al buio ciò a cui stiamo per andare incontro. Restiamo tutti bloccati. La sorpresa ci fa spalancare la bocca e
©Min-Project. Paolo Bondielli durante il lavoro di catalogazione dei blocchi ritrovati nella TT109.
ph Mila Alvarez Sosa
©Min-Project. L’apertura che conduce alla tomba di May e Nefereti, scoperta lo scorso anno, chiusa per ragioni
di sicurezza. / Ph Paolo Bondielli