Il papiro di Netchemet

Il Papiro di Netchemet 1 fu rinvenuto a Deir-el-Bahari, un distretto di Tebe, ed acquistato dal British Museum di Londra nel 1894. Il papiro ha una lunghezza di circa 430 cm. ed è scritto in jeratico. Il Budge trascrisse i segni in caratteri geroglifici con la relativa traduzione. Il lavoro unitamente ai papiri di Hunefer, Anhai e Kersher fu oggetto di una pubblicazione edita a Londra nel 1899 2. Il papiro riporta alcuni capitoli del Libro die Morti ed è dedicato a Netchemet che fu probabilmente la figlia del prete re Her-heru-sa-Imun e della Madre Reale Hurere (epoca risalente al periodo dei cosidetti preti sacerdoti – 1000 BCE). Il papiro risulta arricchito anche da numerose vignette.

Il Cavaliere Marafioti

Il Gruppo equestre di Locri Epizefiri, come venne chiamato da Paolo Orsi al momento della sua scoperta, deriva dal riassemblaggio dei frammenti in terracotta rinvenuti durante le campagna di scavo del 1910 sul fianco occidentale del tempio dorico in località ‘Casa Marafioti’ (dal nome della famiglia proprietaria del luogo ove fu rinvenuto il tempio). Il cosiddetto Cavaliere Marafioti è frutto dell’attento lavoro di assemblaggio di circa186 frammenti ad opera del restauratore Giuseppe Damico grazie alla ricostruzione grafica di Rosario Carta, su indicazione di Orsi... Durante l’intervento di ricomposizione furono assemblati i numerosi frammenti per mezzo di staffe, grappe metalliche, supporti interni di diversa natura, quali legno e stucco, al fine di recuperare nella sua interezza l’articolata opera plastica che raffigura un giovanetto a cavallo sorretto da una sfinge; per raggiungere tale scopo furono necessarie importanti reintegrazioni, indispensabili per risarcire le numerose lacune, ma anche per assicurare la tenuta statica dell’intero manufatto. Il restauro, condotto magistralmente da Giuseppe Mantella e Sante Guido, ha permesso di restituire al pubblico dei visitatori del Museo Archeologico di Reggio Calabria, luogo deputato all'esposizione del reperto, l'opera così come doveva essere all'epoca della realizzazione. Grazie alla sponsorizzazione tecnica nell'ambito del Progetto di Intesa Sanpaolo "Restituzioni", la digi.Art ha avuto il privilegio di seguire e digitalizzare tutte le fasi dell'ultimo restauro del Cavaliere di casa Marafioti, un gruppo scultoreo in terracotta costituito da una sfinge alata sormontata da un cavallo e da un cavaliere. Questa tripartizione offre già il primo spunto per approfondire le conoscenze sulla composizione dell'opera.