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Aperta a Saqqara una delle più belle sepolture della necropoli: la...

Il Ministero delle Antichità egiziano ha inaugurato a Saqqara la tomba di Mehu, visir nei primi anni della VI dinastia (2300 a.C. circa). Dalla sua scoperta, avvenuta nel 1940 ad opera di una missione archeologica egiziana diretta dall’egittologo Zaki Saad, è la prima volta questa sepoltura viene aperta al pubblico. Quella di Mehu è una delle tombe più belle della necropoli di Saqqara, in quanto i suoi colori vividi animano ancora le meravigliose e spesso esclusive rappresentazioni parietali. Nell’articolo il VIDEO con le bellissime immagini conservate nella sepoltura.

Dodonaios. L’oracolo di Zeus e la Magna Grecia

Sinergie internazionali al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria Ancora una volta il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria fa parlare di sé per le...

Lettere da Mari

Nel 1933 fu scoperta la città di Mari, importante centro mesopotamico, contemporaneo di Uruk. Negli anni successivi, il sito archeologico restituì oltre ventimila tavolette di argilla con preziose informazioni riguardanti l'amministrazione statale, i rapporti diplomatici fra le varie entità statali e i rapporti commerciali con alcuni paesi del Mediterraneo, del Medio Oriente e dell'Asia meridionale. In questo nuovo Speciale, Alberto Elli ci presenta una ventina di lettere tratte da quel vastissimo archivio. Buona lettura!

Bovino. Da antico centro daunio a “uno dei borghi più belli...

Quest’area della Puglia, che pare appositamente allestita per creare suggestione, offre incredibili possibilità per un viaggio che si voglia affrancare dai più consueti e frequentati centri turistici. Sarà sufficiente raggiungere uno qualsiasi dei borghi e – come avviene per le cose che ci piacciono – uno tirerà l’altro, sul filo di itinerari che non mancheranno mai di stupirci. E’ la Capitanata!

L’Afrodite “ritrovata”. La statua presentata al Museo Archeologico Nazionale di Firenze

Potremmo dire un’Afrodite ritrovata due volte quella che ieri è stata presentata al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, da una parte l’accurato restauro che l’ha riportata all’antico splendore e dall’altra lo studio approfondito della statua che ha portato al cambio della sua identità: un’errata interpretazione aveva infatti attribuito questa scultura in marmo a Leda.

I sette dormienti di Efeso

Il testo sahidico qui presentato è conservato nel manoscritto M 633, Fogli 1-46, della Pierpont Morgan Library di New York e risale alla fine...