I sette dormienti di Efeso

Il testo sahidico qui presentato è conservato nel manoscritto M 633, Fogli 1-46, della Pierpont Morgan Library di New York e risale alla fine...

Il Museo Egizio e il Tempio di Ellesija – Parte 1

Il Museo Egizio e il Tempio di Ellesija Parte 1   Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Araba d’Egitto n. 290 del 17 dicembre 1966, appare un decreto...

Non solo leoni al Colosseo

Gli animali nel mondo dei giochi dell’Antica Roma   Una tipica giornata al Colosseo includeva diversi tipi di spettacoli. In linea generale, la mattina si assisteva...

La piramide ancora intatta di uno dei faraoni del regno di...

La sepoltura del re kushita Nastasen, antica di ben 2300 anni, si trova nel sito di Nuri, Nord Sudan ed è ancora intatta e...

La stele di Rosetta, un reperto famoso, ma fu davvero così...

Oggi ricorre l’anniversario della scoperta della celebre Stele di Rosetta, nei modi e nei tempi che ormai sono noti a tutti. Quello che forse ai più sfugge è il tempo intercorso tra la scoperta della Stele – correva l’anno 1799 – e la scoperta del sistema che stava alla base della scrittura gergoflica, avvenuta nel 1822. Ben 23 anni duranti i quali la Stele di Rosetta respinse tutti i tentativi di traduzione messi in atto da studiosi di primordine, quanto da improvvisati esperti. L’unico testo che fu tradotto fin da subito, quello greco, non portò nessun beneficio al tentativo di traduzione, benché nella sua parte finale affermasse che lo stesso testo era stato trascritto in geroglifico, demotico e greco appunto. Qui di seguito propongo il capitolo che scrissi nel libro “La Stele di Rosetta e il Decreto di Menfi” di Alberto Elli, dove curai l’approfondimento storico, affinché la storia della decifrazione dei geroglifici da parte di Champollion non venga banalizzata dalla presenza ingombrante della Stele di Rosetta, che in questa corsa alla decifrazione ebbe il solo merito di riaccendere l’interesse degli studiosi intorno a questa misteriosa scrittura.

Il tempio ripensato. Dieter Mertens e il tempio di Nettuno.

Annunciata da due articoli editi nel corso del 2019, che pubblicano i testi di precedenti        comunicazioni a convegni, è attesa l’edizione della monografia del tempio di Nettuno,          che andrà a completare la trilogia dedicata ai templi di Poseidonia (Krauss 1959 per il          tempio di Athena; Mertens 1993 per la Basilica). Certo, ogni risultato scientifico rimane      un’ipotesi smentibile, e forse è destinato a restare un enigma il nome della divinità a cui      il tempio “di Nettuno” era intitolato. Ma la sua genesi costruttiva sembra ora                      definitivamente tracciata nelle sue linee cruciali. Il tempio di Nettuno è un tempio                profondamente ripensato.