Ushabty della Signora della casa Nehet
Proponiamo un altro ushabty della Collezione Egizia del Museo Archeologico di Napoli, molto simile a quello pubblicato nell’articolo precedente, che vi invitiamo a leggere per le notizie di carattere generale sugli ushabty, che valgono naturalmente anche per questo. La datazione proposta lo sposta alla dinastia successiva, la XX.
Riprendono gli scavi archeologici nella necropoli del Tardo Bronzo a Torre...
Una fase degli scavi, crediti Ministero della Cultura
Nell’Area Marina Protetta Torre Guaceto, in provincia di Brindisi, riprendono gli scavi nella necropoli scoperta nell’estate del...
Le teste di riserva. Un antico rito di esecrazione?
Le teste di riserva potrebbero essere frutto di un rito di esecrazione celebrato dai sacerdoti a protezione della necropoli e delle sepolture reali.
Il tempio di Serabit el-Khadim
Dai diari di viaggio del nostro Gilberto Modonesi, ecco un altro interessantissimo racconto: la visita a Serabit el-Khadim nell'altopiano sud-occidentale del Sinai. Il luogo era assai conosciuto in tempi antichi per le miniere di turchese e rame, e gli Egizi sfruttarono ampiamente queste risorse soprattutto durante il Medio e Nuovo Regno. Il sito ospita un tempio dedicato alla dea Hathor e uno speos dedicato al dio Thot. Buona lettura!
La Cenerentola egiziana, Rodopis “guance di rosa”
Presente in numerose tradizioni popolari, dall'Europa all'America fino in Cina, la fiaba di Cenerentola compare in oltre trecento varianti ed è ormai entrata a...
Igiene e Medicina nell’Antica Pompei
Un pozzo profondo 42 metri, scavato vicino Porta Vesuvio, dimostra l’importanza che aveva l’acqua nell'Antica Pompei. Tanto che per procurarne si arrivava fino alle profondità del sottosuolo, muniti di lucerne per avvertire (col loro spegnimento) il pericolo di emissioni mefitiche. Vitruvio sosteneva l’importanza di sorgenti d’acqua per la fondazione delle città.
Contenitori in vetro per olii e unguenti
A Pompei il prezioso liquido si lasciava scorrere per le strade allo scopo di tenerle pulite. L’acqua serviva anche a pulire le ferite e nell'igiene personale. Le acque reflue non si smaltivano nelle fognature ma fluivano nei canali di scolo esterni alle mura di Pompei che non era dotata di una rete fognaria sufficiente, per questo motivo i liquidi residui si smaltivano nei pozzi assorbenti. Molte iscrizioni murali di Pompei contenevano minacce rivolte ai cacatore che sporcavano le strade anziché utilizzare le latrine pubbliche perché silo le case dei ricchi erano dotate di servizi igienici.