Vari sono stati gli interventi e i progetti presentati nell’ambito della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, tra i quali anche la candidatura della Via Appia Antica nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, promossa e coordinata direttamente dal Ministero della Cultura, nello specifico dall’Ufficio UNESCO del Segretariato generale.

La seconda giornata della XXIV edizione della Borsa è stata dedicata proprio a questo progetto: del tutto inedito, ha coinvolto 4 Regioni, 73 Comuni, 15 Parchi, 12 tra Città Metropolitane e Province, 25 Università, 28 uffici dello stesso Ministero, oltre a numerose comunità territoriali. L’obiettivo è, appunto, la tutela e la valorizzazione dell’intero percorso della Via Appia Antica che collega Roma a Brindisi, mettendo in comunicazione tutto il Mezzogiorno. La Funzionaria Archeologa Angela Maria Ferroni, che si è occupata del coordinamento del progetto, ha individuato il tracciato e selezionato 22 tratti della Via Appia dall’eccezionale valore universale e rispondenti quindi ai requisiti precisi richiesti dall’UNESCO, sui due percorsi dell’Appia Claudia e dell’Appia Traiana.

Percorso della Via Appia Antica, ph. Gazzettino di Brindisi.

“La novità di questa candidatura – ha spiegato Laura Acampora, Funzionaria Archeologa dell’ufficio UNESCO del Segretariato Generale del MiC e componente del Comitato scientifico – oltre al progetto seriale in sé, è proprio quella di includere questi due percorsi. Nell’opinione comune si ritiene che l’Appia sia un bene evidente nella sua importanza e storicità non solo per le evidenze archeologiche ma anche per tutto quello che ha rappresentato nell’identificazione dei paesaggi, presente in tutti i tipi di fonti, da quelle antiche a quelle letterarie e iconografiche. Noi ci impegniamo a dimostrare ulteriormente un valore indiscutibile. Lo sforzo che viene richiesto è di lavorare per mantenere questo valore per il presente ma soprattutto per le generazioni future. Questo è anche lo scopo del piano di gestione che presenteremo unitamente al dossier scientifico per la candidatura in cui indicheremo come, una volta iscritto nella Lista del Patrimonio, noi tutti lavoreremo per gestire e mantenere il valore di questa strada”.

Non è un caso che sia stata scelta proprio la via Appia tra tutte le viae publicae romanae: è sicuramente la meglio conservata, il percorso è quasi interamente individuabile con facilità – sia il più antico voluto da Claudio e il successivo di Traiano – assieme ai monumenti che sono stati costruiti nel corso del tempo lungo il percorso.

“Accanto alla candidatura – ha aggiunto Acampora – il Ministero ha individuato una serie di interventi di accompagnamento, già finanziati, che prevedono il restauro e valorizzazione di alcune evidenze monumentali tipo il Ponte delle Chianche vicino Benevento, alcuni Mausolei vicino Latina, e le aree archeologiche nella zona di Mondragone che necessitano di manutenzione utile alla fruizione, per aggiungere ancora più valore al valore della via Appia. In Campania ci sono alcune evidenze monumentali importanti ma che non sono ottimamente fruibili. Una volta ottenuta l’iscrizione – ha concluso la Funzionaria – la sfida sarà quella di intraprendere con tutti i territori e siti interessati azioni e percorsi comuni su tutti i 22 componenti per valorizzare la fruizione e la gestione del percorso”.

Tale progetto rientra poi in un discorso più ampio di valorizzazione dei complessi museali del Sud Italia: in concomitanza dello svolgimento della Borsa del Turismo, si è tenuto anche l’Incontro Nazionale delle Città Ipogee, moderato dal Direttore Touring Silvestro Serra, nell’ambito del quale è stata presentata la ricerca curata da S.R.M. Studi e Ricerche per il Mezzogiorno del Gruppo Intesa Sanpaolo. Il Responsabile Servizio Imprese e Territorio Salvio Capasso ha riferito come al Sud ci sia una presenza rilevante di offerta culturale, tuttavia debole in riferimento alla domanda: la Campania, infatti, è terza a livello nazionale per numero di visitatori, ma sesta per il numero di presenze nelle città d’arte. Questi dati dovrebbero far riflettere sull’importanza di incentivare il turismo artistico e museale nel Mezzogiorno.

 

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Mara Zoppi

Appassionata fin da piccola alla storia e all’archeologia, dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà di Lettere – curriculum Scienze dell’Antichità – presso l’Università degli Studi di Milano, laureandosi nel 2019 con una tesi di carattere archeologico-egittologico dal titolo Imhotep scriba e medico: dall’Egitto del III millennio a.C. ad oggi. Si iscrive successivamente alla facoltà di Archeologia dell’Università degli Studi di Milano dove si laurea nel 2021 con votazione 110/110 e lode sviluppando una tesi in ambito egittologico dal titolo La Casa della Vita nell’Egitto Antico: luoghi, riti, funzionari.

Ha partecipato a due laboratori di scavo archeologico: il primo sul sito di Urvinum Hortense a Collemancio di Cannara (PG) di epoca romana con l’Università degli Studi di Perugia; successivamente sul sito archeologico di Nora (Pula, CA) nella sezione competente all’Università degli Studi di Milano, quindi di epoca romana, contribuendo anche alle operazioni di post-scavo.

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