La locandina della tappa partenopea di “Festa Etrusca! La storia si racconta”. Crediti: Festa Etrusca/EGA – Entertainment Game Apps, Ltd.

Il 17 settembre il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha ospitato la terza tappa di “Festa Etrusca! La storia si racconta”, giunta alla sua seconda edizione. Simbolo della tappa partenopea è il bronzetto di offerente dell’Elba (fine VI/inizi V sec. a.C.), custodito nella Collezione Etrusca del MANN.

Bronzetto di offerente dell’Elba. Bronzo, fusione piena, bulino Fine VI – inizi V sec. a.C. Crediti: Museo Archeologico Nazionale di Napoli

La manifestazione si è tenuta tra l’atrio del MANN e i suoi giardini, spazi che hanno accolto rievocazioni storiche e laboratori didattici.

L’allestimento della presentazione di Festa Etrusca. Ph. Tiziana Giuliani

L’evento nasce dalla volontà di Maurizio Amoroso, CEO e fondatore di EGA – Entertainment Game Apps, Ltd., con la realizzazione del serious game Mi Rasna – Io sono Etrusco, gioco di strategia sugli Etruschi. La direzione scientifica del game è affidata a Valentino Nizzo, direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia che ospiterà la tappa finale di Festa Etrusca il 24 e il 25 settembre. Lo scopo di Mi Rasna è quello di far prosperare non solo le città della Dodecapoli etrusca ma anche quelle coloniali, in modo che il giocatore attraversi tutte le fasi storiche di questa civiltà, imparando a conoscerla.

Conferenza di apertura di Festa Etrusca al MANN. Maurizio Amoroso, Paolo Giulierini, l’Assessore al Bilancio del Comune di Napoli Pier Paolo Baretta, e Valentino Nizzo. Ph. Tiziana Giuliani

Il progetto portato avanti da EGA Ltd. è volto sia a una cooperazione di tipo scientifico con gli enti museali, laddove ogni singola presenza in Mi Rasna è frutto dell’indagine storico-archeologica, sia ad avvicinare i musei al pubblico tramite l’archeologia sperimentale e le attività laboratoriali. Una comunicazione e una collaborazione che si sviluppano entrambe su piani orizzontali. Uno è di tipo scientifico, possibile grazie alle figure professionali di ambito storico-archeologico e alle intese con i musei finora coinvolti, ovvero il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, il Parco Archeologico di Baratti-Populonia, e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’altro è di tipo “accademico”, laddove per accademia si intende quel luogo che nasce con la funzione di comunicare conoscenza, come ricorda in modo preciso Mario Cesarano, Funzionario Archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli. Il museo si pone, allora, come spazio fruibile in cui si possa conoscere il passato senza che il suo pubblico ne abbia timore.

Paolo Giulierini, Mario Cesarano, Giulio Ranaldi, Valentino Nizzo e Simona Sanchirico sull’importanza dell’archeologia sperimentale e della rievocazione storica. Ph. Tiziana Giuliani

I relatori della conferenza A touch of Drama. Racconti da museo. La rievocazione storica tra studio, immedesimazione e diletto concordano sulla realtà attuale del museo, ancora troppo lontano ed inaccessibile ai non addetti ai lavori. Paolo Giulierini, direttore del MANN, esprime in modo chiaro che un museo che comunica deve unire allo stile “classico” della sua natura originaria quello dell’archeologia sperimentale e della rievocazione storica. Concetto che trova conferma nelle parole di Simona Sanchirico, di Fondazione Dià Cultura, e di Giulio Ranaldi, presidente dell’Associazione Suodales: la rievocazione storica offre un linguaggio immediato e facilmente comprensibile alla ricostruzione storico-archeologica sistematica, in stretta relazione con l’archeologia sperimentale. Ciò rende il museo luogo inclusivo. E il museo, ricorda il direttore dell’ETRU Valentino Nizzo, deve spogliarsi della sua veste di educatore, poiché essa pone una barriera comunicativa fin troppo tangibile: il museo dovrebbe saper trasmettere conoscenza senza che il suo interlocutore ne avverta il peso.

Rievocazione della nascita della protogladiatura a cura dell’Associazione Benevento Longobarda. Ph. Chiara Lombardi

È necessario che il museo rinnovi il suo metodo comunicativo, divenga luogo di osmosi, di inclusione, che sia comprensibile, conoscibile e riconoscibile a tutti. Ciò diventa possibilità, e realtà, se con metodo scientifico si dona un linguaggio nuovo ad un passato rimasto appannaggio quasi esclusivo degli addetti ai lavori. E questo linguaggio trova forma nelle ricostruzioni storiche, rievocazioni in costume, oggetti di vita che si possono toccare con mano, laboratori sperimentali di scrittura antica, realizzazione pratica di pittura su vasellame ceramico, rappresentazioni di vita quotidiana, militare, religiosa o di diletto.

Roberto Paolini e i suoi giovani apprendisti nel laboratorio “Dipingi con Pithos il ceramografo”. Ph. Tiziana Giuliani

In queste vesti, Festa Etrusca si pone come legante tra museo, archeologia sperimentale e rievocazione storica, atto a rendere viva, comunicativa e divertente la conoscenza del passato. Perché si, anche gli antichi si divertivano, amavano e sognavano come facciamo noi oggi.

Maurizio Amoroso, Valentino Nizzo, Paolo Giulierini e Simona Sanchirico sulla scalinata del MANN. Ph. Tiziana Giuliani

La nostra Tiziana Giuliani ha intervistato il direttore del MANN Paolo Giulierini

 

e il presidente di EGA Ltd. Maurizio Amoroso

 

 

Gallery:

Maurizio Amoroso si cimenta nell’attività di combattimento proposta dall’associazione Benevento Longobarda. Ph. Chiara Lombardi
Roberto Paolini, proprietario della Pithos Ancient Reproduction all’opera nell’atrio del MANN. Ph. Chiara Lombardi
Rosanna Mistretta (sx.) e Noemi D’Alessandro all’accoglienza di Festa Etrusca. Ph. Tiziana Giuliana
Viaggio nel mondo antico a cura dell’Associazione Suodales. Ph. Tiziana Giuliani
I guerrieri di Mamerte: i Sanniti e l’arte della guerra. Associazione Benevento Longobarda. Ph. Tiziana Giuliani
“Caro Larth ti scrivo..”, laboratorio didattico di scrittura etrusca con Giulio Ranaldi, Associazione Suodales. Ph. Giulio Ranaldi
Uno dei figuranti dell’Associazione Benevento Longobarda mostra i dettagli storici del costume che indossa. Ph. Tiziana Giuliani
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Chiara Lombardi

Laureata in Archeologia Orientale presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi magistrale in Archeologia Egiziana dal titolo “Iside nei testi funerari e nelle tombe del Nuovo Regno: iconografia e ruolo della dea tra la XVIII e la XIX dinastia” (2013), ha conseguito un master di primo livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie” presso la medesima Università (2010-2011). Durante il master ha sostenuto uno stage presso il Museo Egizio de Il Cairo per studiare i vasi canopi nel Nuovo Regno (2010). Ha partecipato a diversi scavi archeologici, tra i quali Pompei (scavi UniOr – Casa del Granduca Michele, progetto Pompeii Regio VI, 2010-2011) e Cuma (scavi UniOr – progetto Kyme III, 2007-2017). Inoltre, ha preso parte al progetto Research Ethiopic language project: “Per un nuovo lessico dei testi etiopici”, finanziato dall’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e dal progetto PRIN 2005 “Catene di trasmissione linguistica e culturale nell’Oriente Cristiano e filologia critico testuale. Le problematiche dei testi etiopici: testi aksumiti, testi sull’età aksumita, testi agiografici di traduzione” (2006-2007). Ha collaborato ad un progetto educativo rivolto ai bambini della scuola primaria per far conoscere, attraverso sperimentazioni laboratoriali, gli usi e i costumi dell’antico Egitto e dell’antica Roma (2014-2015). È stata assistente di ricerca presso la Princeton University (New Jersey) per “The Princeton Ethiopian, Eritrean, and Egyptian Miracles of Mary digital humanities project (PEMM)” (2020-2021). Ricercatrice indipendente, attualmente è anche assistente di ricerca per il Professor Emeritus Malcolm D. Donalson (PhD ad honorem, Mellen University). Organizza e partecipa regolarmente a diverse attività di divulgazione, oltre a continuare a fare formazione. Collabora con la Dott.ssa Nunzia Laura Saldalamacchia al progetto Nymphè. Archeologia e gioielli, e con la rivista MediterraneoAntico, occupandosi in modo particolare di mitologia. Appassionatasi alla figura della dea Iside dopo uno studio su Benevento (Iside Grande di Magia e le Janare del Sannio. Ipotesi di una discendenza, Libreria Archeologica Archeologia Attiva, 2010), ha condotto diversi studi sulla dea, tra cui Il Grande inno ad Osiride nella stele di Amenmose (Louvre C 286) (Master di I livello in “Egittologia. Metodologie di ricerca e nuove tecnologie”, 2010); I culti egizi nel Golfo di Napoli (Gruppo Archeologico Napoletano, 2016); Dal Nilo al Tevere. Tre millenni di storia isiaca (Gruppo Archeologico Napoletano, 2018 – Biblioteca Comunale “Biagio Mercadante”, Sapri 2019); Morire nell’antico Egitto. “Che tu possa vivere per sempre come Ra vive per sempre” (MediterraneoAntico 2020); Il concepimento postumo di Horus. Un’ analisi (MediterraneoAntico 2021); Osiride e Antinoo. Una morte per annegamento (MediterraneoAntico 2021); Culti egiziani nel contesto della Campania antica (Djed Medu 2021); Nephthys, una dea sottostimata (MediterraneoAntico 2021). Sua è una pubblicazione una monografia sulla dea Iside (A history of the Goddess Isis, The Edwin Mellen Press, ISBN 1-4955-0890-0978-1-4955-0890-5) che delinea la sua figura dalle più antiche attestazioni nell’Antico Regno fino alla sua più recente menzione nel VII d.C. Lo studio approfondisce i diversi legami di Iside in quanto dea dell’Occidente e madre di Horus con alcune delle divinità femminili nonché nei cicli osiriaco e solare; la sua iconografia e le motivazioni che hanno portato ad una sempre crescente rappresentazione della dea sulle raffigurazioni parietali delle tombe. Un’intera sezione è dedicata all’onomastica di Iside provando a delineare insieme al significato del suo nome anche il compito originario nel mondo funerario e le conseguenti modifiche. L’appendice si sofferma su testi e oggetti funerari della XVIII dinastia dove è presente la dea.

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