Una calda e assolata giornata di 3300 anni fa nell’antico Egitto, un carro splendidamente rifinito in oro sfreccia nelle polverose strade di Tebe accompagnato dalla sua scorta… il giovane Tutankhamon impugna personalmente le redini dei suoi due destrieri, pronto per una parata, una passeggiata o una battuta di caccia…

Come possiamo immaginare questa scena? Con il famoso faraone della XVIII dinastia a bordo del suo carro sotto il sole cocente d’Egitto o al riparo, all’ombra di un prezioso baldacchino? Ebbene, forse possiamo dare una risposta a questo quesito: il carro appartenuto a Tutankhamon potrebbe essere stato dotato di un proprio parasole!

Il parasole di Tutankhamon (ph. English Ahram)

Durante gli studi preliminari effettuati sul parasole trovato nella KV62 per poter permettere il suo trasferimento al GEM (il Grand Egyptian Museum in costruzione ai piedi delle imponenti piramidi di Giza) il prof. Nozomi Kawai, professore di egittologia all’Università di Kanazawa (Giappone) che sta collaborando con il museo di piazza Tahrir, ha ipotizzato questa nuova possibilità, ovvero che il parasole del corredo funerario di Tut poteva essere parte integrante di uno dei suoi carri proprio con la funzione di proteggerlo dalla calura durante le sue attività.

In effetti gli esami e le radiografie effettuate su entrambi i reperti mostrano segni di usura che possono essere attribuiti proprio al fissaggio del parasole al carro, rendendo attendibile l’ipotesi suggerita dallo studioso nipponico. Per il momento sono stati disposti ulteriori accertamenti e studi.

Il trasferimento di gran parte della collezione egizia dal museo di piazza Tahrir al GEM si sta dimostrando preziosa occasione di nuovi studi sui vari reperti, in quanto, prima di essere spostati, gli oggetti vengono accuratamente studiati per realizzare il miglior imballo possibile e restaurati per rafforzare le parti deboli; una volta raggiunti i laboratori di restauro del GEM sono sottoposti a nuovi interventi conservativi così da essere pronti per risplendere di tutta la loro bellezza in occasione dell’imminente apertura del nuovo museo prevista per il 2020. Questi nuovi studi stanno mettendo in risalto dettagli mai notati finora. Il parasole di cui vi ho appena parlato non è il solo né il primo a raccontare una nuova storia di sé. Seguitemi e ben presto vi racconterò di un’altra curiosa ipotesi emersa.

Il team del Museo Egizio del Cairo e sullo sfondo l’immagine del parasole montato sul suo carro (ph. English Ahram)

Source: English Ahram

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Tiziana Giuliani

Egittofila, sin dall’infanzia appassionata di Antico Egitto, collabora con l’associazione Egittologia.net dal 2010. Ha contribuito alla realizzazione di EM-Egittologia.net Magazine (rinominato poi MediterraneoAntico) seguendone la pubblicazione già dai primi numeri e ricoprendo in seguito anche il ruolo di coordinatrice editoriale. Dal 2018 è capo redattrice di MediterraneoAntico.

Organizza conferenze ed eventi legati al mondo degli Egizi, nonché approfondimenti didattici nelle scuole di primo grado. Ha visitato decine di volte la terra dei faraoni dove svolge ricerche personali; ha scritto centinaia di articoli per la ns. redazione, alcuni dei quali pubblicati anche da altre riviste (cartacee e digitali) di archeologia e cultura generale. Dall’estate del 2017 collabora con lo scrittore Alberto Siliotti nella realizzazione dei suoi libri sull’antico Egitto.

Appassionata di fotografia, insegna ginnastica artistica ed ha una spiccata predisposizione per le arti in genere.

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